Mitsubishi Space Star restyling 2016, la prova su strada

18-Ago-2016  
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DS 4

Da poco rinnovata da un restyling di metà vita, la Mitsubishi Space Star ha un aspetto più mascolino dovuto soprattutto al nuovo cofano anteriore ricco di nervature e ai gruppi ottici ridisegnati, disponibili anche con luci bi-xeno. La versione provata ha il motore 1.0 da 70 CV, l’ideale per contenere i costi di gestione.
 

COME SI PRESENTA

Nonostante sia più grintosa di prima nell’aspetto, la Mitsubishi Space Star è un’auto che punta al sodo. In Giappone rientra nel segmento B, ovvero quello delle utilitarie, ma per dimensioni e contenuti la riteniamo più adatta a essere confrontata con Fiat Panda, Fiat 500, Citroen C1, Peugeot 108, Toyota Aygo, Renault Twingo, Suzuki Celerio e via dicendo.

Nel mondo delle citycar la Space Star è senza dubbio molto spaziosa, anche grazie ai centimetri in più rispetto alle concorrenti: messa a fianco della Fiat Panda si contano 15 cm in più in lunghezza e 3 in larghezza, per un totale di rispettivamente 3,8 e 1,67 metri. Le cinque porte di serie offrono un comodo accesso anche alla panchetta posteriore, e lo spazio non manca nemmeno per i più alti. È omologata per cinque passeggeri, ma ovviamente per avere un certo agio è bene essere in quattro. Altrettanto generoso il bagagliaio, che ha una capacità di 235 litri. La Suzuki Celerio, che vanta il record nel segmento con i suoi 254 litri, lascia il primo posto del podio alla piccola “Mitsu" quando si abbatte lo schienale posteriore: 726 VS 1.100 litri.

Nell'abitacolo la Space Star non è cambiata molto, però si ha la possibilità di avere nuovi tessuti per i sedili e compare (optional) un nuovo sistema di infotainment con Smartphone Link - che consente quindi di connettere il proprio smartphone - e si può essere aggiornati sul traffico in tempo reale. Volendo c’è il sistema MGN con schermo da 6,5” e navigatore GPS. Le finiture invece restano povere, il design della plancia poco moderno. Il comando per controllare il finestrino del passeggero, posto unicamente sul pannello della porta destra, non è a portata di mano per il guidatore.
 

COME VA

La Mitusbishi Space Star è disponibile con due motorizzazioni a benzina, 1.0 3 cilindri da 70 CV (anche GPL) e 1.2 3 cilindri da 80 CV che, listino alla mano, costa 1.150 euro in più.  La 1.0 è la scelta più razionale, permette di risparmiare sul prezzo d’acquisto, sulla tassa di possesso e qualcosa anche in termini di consumo. Va bene nell’uso cittadino e per i brevi spostamenti in generale, non per le lunghe percorrenze perché il motore è piuttosto pigro nonostante i soli 845 kg di peso dell’auto.

Per tirare fuori le prestazioni, che poi sulla carta non mancano (172 km/h di velocità massima e 0-100 in 13,6 secondi sono valori più che dignitosi), occorre spremere il tre cilindri aspirato mantenendo l’ago del contagiri sopra quota 3.000 giri/min. I rapporti lunghi del cambio non aiutano in ripresa, in compenso mantengono il motore a bassi regimi anche in autostrada, dove capita di dover scalare marcia per salire di velocità. Peso contenuto e marce lunghe sono un toccasana per quanto riguarda i consumi: la Space Star si è rivelata in grado di percorrere 18 km/l nell’uso reale senza particolari attenzioni allo stile di guida.

Nelle trafficate vie delle città la Mitsubishi Space Star mette a proprio agio con una frizione morbida e uno sterzo poco affaticante, una buona visibilità e un ottimo raggio di sterzata (poco più di 9 metri) che consente di fare manovra in poco spazio. Interessante la possibilità di aggiungere alla dotazione il cambio automatico CVT alla versione 1.2 per facilitare la vita nel traffico. Al di fuori dell’ambito urbano si sente la mancanza di un po’ di grinta se si opta per l’unità meno potente. Lo sterzo è leggero e molto demoltiplicato, in ambito extraurbano lo avremmo desiderato più preciso.
 

QUANTO COSTA

Il listino della Mitsubishi Space Star non è dei più competitivi anche se, come detto, le dimensioni sono sensibilmente superiori rispetto a quelle delle citycar con cui l’abbiamo confrontata e la Casa è molto spesso generosa con le promozioni. I prezzi partono da 12.490 euro per la versione 1.0 Invite e raggiungono i 15.450 euro per la versione 1.0 ClearTec Intense, equipaggiata di serie con climatizzatore automatico, impianto audio con MP3 e radio DAB, sistema Bluetooth, vetri elettrici anteriori e posteriori, specchietti retrovisori riscaldabili e regolabili elettricamente, e cerchi in lega da 15”.

La gamma prevede anche la Space Star 1.0 GPL Invite (14.140 euro) e Intense (17.100 euro). Interessante la garanzia di 5 anni fino a 100.000 km.
 

POSSIBILI ALTERNATIVE

Tre le numerose alternative la più affine è la Suzuki Celerio, una vettura spartana e molto spaziosa, proprio come la Mitsubishi Space Star. Rispetto alla Celerio ha un prezzo di listino più basso a parità di dotazione e una seduta di guida più alta; di contro ho ottenuto solamente tre stelle nei crash test EuroNCAP contro le quattro ottenute dalla Space Star.
 

A CHI SI RIVOLGE

A chi cerca una vettura senza fronzoli, compatta nelle dimensioni, adatta alla vita urbana, ma sufficientemente spaziosa per spostarsi in quattro e con un bagagliaio adeguato per lo shopping giornaliero. 
 

PUNTI DI FORZA

- È molto spaziosa, e anche il bagagliaio è generoso
- L’ottimo raggio di sterzata la rende maneggevole nelle manovre
 

PUNTI DI DEBOLEZZA

- Gli interni hanno un aspetto economico e un po’ datato
- Il motore è pigro ai bassi regimi: per riprendere è necessario ricorrere al cambio