Jeep Renegade my 2019, primo contatto con la piccola fuoristrada

20-Giu-2018  
  • Jeep Renegade 2019
  • Jeep Renegade restyling 2019 foto
  • Jeep Renegade restyling 2019
  • Jeep Renegade restyling 2019 fari a Led
  • Jeep Renegade restyling 2019 posteriore
  • Jeep Renegade restyling 2019 fari posteriori
  • Jeep Renegade my 2019
  • Jeep Renegade restyling 2019 interni
  • Jeep Renegade Trailhawk restyling 2019
  • Jeep Renegade Trailhawk restyling 2019 frontale
  • Jeep Renegade Trailhawk restyling 2019 foto
  • Jeep Renegade Trailhawk restyling 2019 posteriore
DS 4

La Jeep più veduta in Europa, nonché la prima sviluppata dopo la nascita del Gruppo FCA, si rinnova con il my 2019. La nuova Jeep Renegade cambia poco all’esterno, mentre gli interni sono stati profondamente aggiornati. E sotto il cofano si nascondono due inediti motori a benzina.

MATITA LEGGERA PER UNA PICCOLA ICONA

Parliamoci chiaro: la Jeep Renegade è un’auto che non aveva bisogno di ritocchi estetici. Sarà anche un modello giovane - con un nome che richiama il passato - eppure è già un’icona, con quelle forme squadrate, i fari tondi e la griglia con sette feritoie che richiama tutto il patrimonio genetico del marchio a stelle e strisce di Toledo. 

Col restyling è andata un po’ allo stesso modo della cuginetta torinese Fiat 500, che è stata cambiata di poco, anzi pochissimo, nonostante avesse la bellezza di otto anni sulle spalle. La Renegade, lanciata quattro anni fa, si è rifatta il trucco, niente di più.

Dove sono, dunque, le novità della Renegade restyling 2019? Quelle estetiche si limitano alla griglia anteriore rivista, ai gruppi ottici con luci diurne a Led di forma circolare, al nuovo paraurti, e agli indicatori di direzione di colore bianco, più eleganti di quelli arancioni. Tra gli optional sono disponibili i fari full Led con capacità illuminante superiore del 50% rispetto agli alogeni e del 20% rispetto a quelli allo Xeno.

SISTEMA MUTIMEDIALE UCONNECT CON SERVIZI LIVE

Dove invece si è intervenuti in maniera più massiccia è negli interni, che prima di tutto guadagnano il sistema multimediale UConnect con processore aggiornato (che supporta Apple CarPlay e Android Auto) e schermo capacitivo fino a 8,4 pollici. Quello base è di 5 pollici e nel mezzo c’è quello da 7 pollici.

Collegando il proprio smartphone si può accedere ai servizi Live che consentono di utilizzare diverse app tra cui i social network, le news di Reuters, ascoltare la musica dalla radio digitale oppure da Deezer, e con la app Jeep Skills si possono selezionare dei percorsi in off-road, condividere i propri, e monitorare i dati utili nella guida in fuoristrada, come ad esempio l’angolo di inclinazione del veicolo, il rollio, il beccheggio e la trazione.

Oltre al nuovo infotainment, l’abitacolo della Jeep Renegade my 2019 guadagna in funzionalità, a cominciare dal nuovo spazio - ormai irrinunciabile - per riporre lo smartphone davanti alla leva del cambio. Nuovi anche il tunnel centrale e i comandi per la climatizzazione.

LE NOVITÀ (A BENZINA) SOTTO IL COFANO

I propulsori diesel della renegade my 2019 restano gli stessi: l’1.6 Multijet da 120 CV con trazione anteriore e cambio manuale oppure automatico doppia frizione a 6 marce, scelto dalla maggior parte dei clienti, e il 2.0 Multijet proposto nella variante da 140 CV con trazione 4x4 e cambio manuale oppure automatico a 9 marce, e in quella da 170 CV con trazione 4x4 e cambio automatico a 9 marce di serie.

Grande novità per la gamma a benzina con l’introduzione di due motori sovralimentati, un 1.0 3 cilindri da 120 CV con trazione anteriore e cambio manuale a 6 marce e un 1.3 4 cilindri in due varianti di 150 CV, con trazione anteriore e cambio automatico a doppia frizione, e 180 CV con trazione 4x4 e l’automatico a 9 marce.

ALLA GUIDA DELLA RENEGADE 1.0 3 CILINDRI DA 120 CV

La Jeep Renegade soddisfa il piacere di possedere un veicolo dal forte sapore off-road con una guidabilità e dei consumi da SUV, non da fuoristrada. Di tutta la gamma, la Renegade 1.6 Multijet da 120 CV e 320 Nm a trazione anteriore è quella più equilibrata in termini di prestazioni e consumi (la Casa dichiara 22,7 km/l). Anche perché se non si ha intenzione di abbandonare l’asfalto per avventurarsi nell’off-road, non serve puntare sulla sofisticata versione Trailhawk.

La Renegade 1.0 spinta dal mille tre cilindri turbo, però, è un’alternativa interessante per chi non fa molta strada. Perché offre delle prestazioni molto simili a quelle della versione diesel, seppure con una dose di coppia inferiore, e ha un prezzo di listino più basso. La mia impressione mettendomi al volante è più che buona: il tre cilindri si rivela elastico, ben sfruttabile, e per niente sottodimensionato. Tanto che anche nei sorpassi, almeno nelle marce basse, tira fuori una bella grinta.

Rispetto alle concorrenti, la SUV compatta italoamericana strizza l’occhio al fuoristrada, dunque offre una posizione di guida sensibilmente più alta e si caratterizza per la luce a terra superiore, che la rende più adatta ad affrontare sterrati leggeri.

Sull’asfalto, in ogni caso, non chiede sacrifici, dimostrandosi sempre una valida alternativa alla classica berlina, anche in termini di comfort. 

Lo sterzo è un po’ più pesante rispetto alle concorrenti e i fruscii aerodinamici si fanno sentire in velocità, ma le sensazioni guidandola su strada sono più vicine a quelle che si provano mettendosi al volante di una crossover piuttosto che di una fuoristrada. E se le sospensioni morbide e il baricentro alto non invitano a guidare in modo sportivo, la piccola Jeep infonde sempre una bella sensazione di sicurezza.

NUOVA JEEP RENEGADE 2019: PREZZI DA 22 MILA EURO

La Renegade resta la stessa B-SUV di sempre, compatta nelle dimensioni e molto ariosa all’interno. Quello che colpisce è la quantità di spazio sopra la testa, e, finalmente, c’è un sistema multimediale al passo coi tempi. 

I nuovi motori a benzina sono interessanti per chi si sposta prevalentemente in città, soprattutto l’1.0 3 cilindri turbo da 120 CV con trazione anteriore e cambio manuale, che poi è la versione col prezzo di listino più basso: si parte da 22 mila euro.

Autore: Michele Neri