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Alfa Romeo 4C, la prova su strada

25-Apr-2016  
  • Prova Alfa Romeo 4C
  • Prova Alfa Romeo 4C profilo
  • Prova Alfa Romeo 4C tre quarti anteriore
  • Prova Alfa Romeo 4C anteriore
  • Alfa Romeo 4C su strada tre quarti anteriore
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Speciale Alfa Romeo Quadrifoglio

Difficile trovare, sul listino, auto più estreme dell’Alfa Romeo 4C: a secco pesa 895 kg, non ha il servosterzo e il climatizzatore è un optional (gratuito) a cui i puristi non cedono. La sua presenza scenica attira gli sguardi come poche altre, e il sound del 1750 turbo montato centralmente riempie l’abitacolo. Ecco la nostra esperienza su strada con la 4C.



COME SI PRESENTA

Più pura di così, è impossibile. Di sportive ce ne son tante sul mercato: più o meno accessibili, più o meno potenti, più o meno veloci. Ma nessuna è come lei. I 240 CV erogati dal 1750 4 cilindri turbo (il nome 4C deriva dal numero dei cilindri ospitati centralmente) non fanno alcuna impressione, sono meno di quanti ne dichiarano la maggior parte delle compatte sportive del segmento C. La differenza la fa, nel caso della 4C, il peso: appena 895 kg a secco, quindi senza liquidi e senza guidatore. La potenza, dunque, diventa improvvisamente tanta, dato che ogni cavallo vapore ha sul groppone meno di 4 chilogrammi.

Merito della monoscocca in fibra di carbonio da soli 65 kg (stessa tipologia usata dai bolidi di Formula1); delle componenti della struttura in alluminio (la campana stessa dei freni a disco è in alluminio, che vale un risparmio di chili per ruota); della carrozzeria realizzata in Sheet Moulding Compound, un materiale composito più leggero del 20% rispetto alla tradizionale lamiera. Addirittura, per abbassare la lancetta della bilancia, è stato ridotto lo spessore dei vetri. Le soluzioni tecniche raffinate non finiscono qui: le sospensioni anteriori sono a triangoli sovrapposti (al retrotreno c’è lo schema McPherson) e gli pneumatici sono dei Pirelli P Zero AR Racing sviluppati ad hoc per lei nelle misure 205/40 R18 per le ruote anteriori e 235/35 R19 per quelle posteriori.

Il motore 1750 4 cilindri turbo realizzato completamente in alluminio è sistemato in posizione centrale-trasversale. È ben visibile dal vetro del portellone posteriore - come sulle Ferrari a motore centrale - ed eroga 240 CV e 350 Nm, questi ultimi già disponibili a 1.700 giri, trasmessi sulle ruote posteriori, che li scaricano a terra con l’aiuto del differenziale autobloccante elettronico Q2. Il cambio è l’automatico a doppia frizione a secco TCT con funzione lounch control, che garantisce un’accelerazione da 0 a 100 in 4,2 secondi.

Ma torniamo un attimo indietro, perché l’Alfa Romeo 4C è prima di tutto un’opra d’arte. Difficile esserne indifferenti quando la si vede parcheggiata. Ancora di più quando è in movimento, specie con lo scarico opzionale racing emette un suono rauco accompagnato da fucilate a ogni cambiata di marcia. Quando si guida la 4C, tutti gli occhi sono per lei. Anche quando si va a spasso in compagnia di altri bolidi dal forte pedigree c’è poco da fare, è sempre lei ad attirare l’attenzione per prima. Ci siamo chiesti se una supercar del cavallino attiri poi tanti sguardi più di lei.

Larga 7 centimetri in più di una Giulietta, ma più corta di una MiTo e alta appena 1,18 metri, l’Alfa Romeo 4C è delle auto meno pratiche in commercio. Per entrare bisogna letteralmente calarsi nell’abitacolo, e uscirne risulta ancora più difficile. Gli interni sono essenziali, come ci si aspetta da una vettura dall’animo racing. Ostenta fibra di carbonio e una pedaliera incernierata in alluminio. Chicche alle quali si contrappongono dure plastiche cheap (ma c’è anche la plancia in pelle a 900 euro) e alcuni comandi provenienti dalle poco nobili utilitarie torinesi, ma poco importa, fa tutto parte del fascino della 4C. Un’auto senza compromessi che è già una istant classic, ovvero un pezzo da collezione

COME VA 

Il motore 1750 4 cilindri della 4C si risveglia girando la chiave, come ai vecchi tempi. Qui tutto è in funzione dell’efficacia, della riduzione dei pesi, dell’essenzialità: via il servosterzo, via i moderni sistemi elettronici votati al comfort, via tutto quello che non è indispensabile. Restano, per motivi di sicurezza, solo i controlli elettronici (ASR e ESC) che diventano molto discreti nella modalità di guida “Race”.

I piccoli borbottii in partenza diventano dei veri e propri boati quando si affonda il gas. Che emozione: alle prestazioni “silenziose” della maggior parte delle sportive moderne, la 4C contrappone un suono viscerale d’altri tempi, fastidioso nei lunghi viaggi - l’autostrada diventa un incubo - esaltante nelle sparate in solitaria, ancora meglio con i finestrini abbassati per coglierne ogni nota. Potrebbe rovinarvi  i rapporti con i vicini (vi odieranno), ma anche il sound, così come l’estetica, nella 4C gioca un ruolo fondamentale. Fa parte dell’esperienza di guida. Un’esperienza molto diversa rispetto a quella che si prova con altre auto sportive. 

Ma com’è stare seduti dietro il volante di questa piccola supercar? All’inizio la 4C richiede rispetto: l’accelerazione ti schiaccia contro il sedile, e la frenata di fa schizzare gli occhi dalle orbite. Fin qui tutto perfetto, direte voi. Ma con l’Alfa 4C anche i rettilinei non sono affatto riposanti, perché le ruote copiano ogni irregolarità dell’asfalto a causa dell’assenza del servosterzo, quindi le mani vanno tenute ben salde al volante.

Arrivano le curve, e la 4C va capita prima di essere spinta come lei desidera, soprattutto per l’eccesso di trazione (se parte, parte davvero!) e per la leggerezza dell’anteriore, oltre che per lo sterzo non servoassistito. Uno sterzo che richiede concentrazione e, a tratti, forza bruta. Uno sterzo a cui manca un po’ di coerenza, visto che il suo peso varia di volta in volta in base alle condizioni del manto stradale e della velocità senza però regalarti all'istante quella fiducia che ti aspetteresti.

La 4C non ama troppo il misto stretto, preferisce i tratti veloci con ampie curve, che è in grado di affrontare a velocità esagerate se si ha l’accortezza di caricare l’anteriore. Certamente adora la pista, come tutte le sportive a motore centrale. Il motore soffre di turbo leg, ma quando la turbina entra in pressione arriva un bel calcio nella schiena, e l’automatico a doppia frizione è così veloce che la spinta è senza soluzione di continuità. La sua leggerezza le fa gioco anche in frenata, dove vanta spazi d’arresto imbarazzanti tanto sono contenuti, e non dà segni di affaticamento, staccata dopo staccata.

Curva dopo curva, la 4C coinvolge sempre di più. È velocissima, talvolta scorbutica, difficilmente si esibisce in derapate, piuttosto cede al sottosterzo se si apre il gas prima del punto di corda.

Non perdona facilmente gli errori, la 4C. Richiede un impegno sopra la media per poter essere spinta al limite, e a volte ci si chiede se tutto questo sia proprio necessario. Per poi scoprire, dopo esserne stati in compagnia per alcuni giorni, che dà assuefazione, forse proprio per il suo caratteraccio.

E quando la si parcheggia, non si può fare a meno di guardarla talmente è affascinante. Almeno per un istante.

QUANTO COSTA

L’Alfa Romeo 4C è in listino al prezzo di 65.600 euro per la Coupé e da 75.000 per la Spider, a cui vanno aggiunti eventuali accessori a pagamento. La 4C in prova, ad esempio, ha la vernice Bianco Madreperla tristrato (2.500 euro), gli interni in pelle e microfibra nera con impunture rosse (2.000 euro), i cerchi in lega a 5 fori da 18 e 19 pollici (1.400 euro), le pinze dei freni rosse (350 euro), e il Pack Racing 2 (2.450 euro) che include pneumatici P Zero AR Racing, assetto racing e doppio terminale di scarico. Per un totale di 74.300 euro.

Prezzi impegnativi, si potrebbe pensare. Ma le 4C ha una tenuta del valore fuori dal normale. D’altra parte la produzione è limitata, e per averla bisogna aspettare più di un anno. L’Alfa Romeo 4C potrebbe dunque rivelarsi un buon investimento. Ma se la comprate, non lasciatela parcheggiata in garage. Sarebbe un vero peccato.

POSSIBILI ALTERNATIVE

L’unico brand che offre un’alternativa all’Alfa Romeo 4C è l’inglese Lotus: a voi la scelta tra Elise (quella aperta) oppure Exige. In realtà Lotus è da sempre un must per chi apprezza l’essenzialità, il peso ridotto al minimo, il motore centrale. C’è anche la Porsche Cayman che le si avvicina in quanto a prestazioni, ma si tratta di un’auto diversa, nettamente più confortevole e sfruttabile nel quotidiano, seppur con ottime doti su strada. Per quanto riguarda il fascino, lasciamo a ognuno le sue considerazioni.

A CHI SI RIVOLGE

Agli appassionati e ai collezionisti, senza dubbio. O, nel peggiore dei casi, agli speculatori. La 4C è un’opera d’arte, ha una forte personalità e esprime i valori che hanno fatto la storia del marchio di Arese. Non potrebbe mai prendere il posto di prima auto, nemmeno per un single. Va guidata sulle strade giuste, non va usata come un semplice mezzo di trasporto. Parcheggiata nel cortile di una bella casa fa senza dubbio un figurone.

PUNTI DI FORZA

- Va forte e frena fortissimo; inoltre offre un’esperienza di guida pura come poche altre
- È un pezzo da collezione e ha il fascino di supercar ben più costose di lei.

PUNTI DI DEBOLEZZA

- L’assenza del servosterzo è meglio di un buon servosterzo?
- È scomoda, non va assolutamente usata per i lunghi viaggi

Autore: Michele Neri