La cintura di sicurezza posteriore resta un tabù

17-Nov-2025  
  • Cintura sicurezza posteriore immagine

In Italia cresce lentamente la consapevolezza sull’importanza dei dispositivi di sicurezza alla guida, ma i numeri mostrano ancora forti differenze tra Nord e Sud e tra categorie sociali. È quanto emerge dai dati della sorveglianza Passi dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), relativi al biennio 2023-2024, che fotografano le abitudini degli italiani in materia di sicurezza stradale.


Secondo l’indagine, nove italiani su dieci utilizzano sempre la cintura di sicurezza anteriore quando viaggiano in auto, ma la percentuale cala drasticamente quando si parla dei sedili posteriori: solo il 34% dichiara di indossarla sempre.


L’uso della cintura posteriore: un’abitudine ancora troppo rara


Nonostante un lento miglioramento rispetto al passato, l’uso della cintura di sicurezza posteriore resta ancora poco diffuso.
Fino al 2015, infatti, solo il 20% degli intervistati dichiarava di utilizzarla con costanza. Da allora la percentuale è cresciuta, ma oggi rimane ferma a poco più di un terzo della popolazione adulta.

Un dato che desta preoccupazione se si considera che la cintura posteriore è obbligatoria per legge e rappresenta uno strumento fondamentale per la sicurezza dei passeggeri in caso di incidente.


Differenze territoriali e sociali

Il rapporto dell’ISS evidenzia un forte divario geografico nell’utilizzo dei dispositivi di sicurezza.
Nel Nord Italia, il 54% degli intervistati dichiara di usare sempre la cintura posteriore, mentre al Sud la percentuale scende al 18%.
Un gradiente analogo si riscontra anche per l’uso del casco in moto o motorino, che raggiunge il 98% nel Nord contro il 93% nel Sud.

Le differenze si estendono anche al livello socioeconomico: tra le persone con basso grado di istruzione o maggiori difficoltà economiche, l’uso dei dispositivi di sicurezza è significativamente inferiore.
Solo il 29% dei meno istruiti dichiara di indossare la cintura posteriore, rispetto al 37% dei laureati.
Tra chi affronta difficoltà economiche, la percentuale scende al 28%, mentre raggiunge il 38% tra chi non ne ha.


Sicurezza stradale: serve più consapevolezza


Nonostante i progressi, la sicurezza stradale in Italia resta una priorità. L’uso discontinuo delle cinture posteriori e le differenze sociali e territoriali indicano la necessità di rafforzare le campagne di sensibilizzazione, in particolare nelle aree dove la cultura della sicurezza è ancora debole.

L’AFVS Associazione Familiari Vittime della Strada Ets ricorda come l’uso delle cinture posteriori sia un tema costantemente trattato nei suoi corsi di educazione e sensibilizzazione alla sicurezza stradale, volti a sensibilizzare automobilisti e famiglie sull’importanza di proteggere tutti i passeggeri, non solo chi siede davanti.

Autore: Redazione