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Peugeot RCZ R, la prova su strada della coupé del Leone

03-Set-2015  
  • Prova su strada Peugeot RCZ R
  • Prova Peugeot RCZ R profilo
  • Prova Peugeot RCZ R tre quarti anteriore
  • Prova Peugeot RCZ R tre quarti posteriore
  • Prova Peugeot RCZ R lunotto
  • Prova Peugeot RCZ R badge "R"
  • Prova Peugeot RCZ R sezione posteriore
  • Prova Peugeot RCZ R cerchi e freni anteriori
  • Prova Peugeot RCZ R interni
  • Prova Peugeot RCZ R strumentazione
  • Prova Peugeot RCZ R profilo in movimento
Speciale Alfa Romeo Quadrifoglio

Chi l’ha detto che le migliori sportive sono quelle a trazione posteriore? La Peugeot RCZ R ha la capacità di emozionare quanto sportive di razza di gran lunga più costose, nonostante un motore da soli 1.6 litri 4 cilindri – anche piuttosto sobrio – e la trazione davanti. Vediamo come ci riesce.


Una delle poche coupé rimaste

Di coupé sportive a prezzi non esorbitanti se ne vedono davvero poche: oltre alla Peugeot RCZ sono rimaste soltanto l’Audi TT, la Nissan 370Z, la Toyota GT86 e la Subaru BRZ. È vero, ci sono alternative altrettanto prestazionali anche con carrozzeria a 5 porte, più versatili e con un abitacolo spazioso, quindi perché mettersi in garage una 2+2?

Domanda lecita, a cui possono seguire più risposte. Quella giusta è che una coupé, a differenza di una berlina compatta, ha un baricentro più basso e fa segnare qualche decina di chili in meno sulla bilancia. Cose di poco contro, se l’auto in questione viene scelta per fare bella figura con gli amici quando si parcheggia davanti al bar. Oppure importantissime, se nella scelta dell’auto si mette in primo piano il carico emozionale che è in grado di offrire.

Prima di passare alle prestazioni e alle sensazioni al volante della Peugeot RCZ R, soffermiamoci un momento sull’impatto visivo: questa coupé francese è tutt’altro che scontata, ha personalità e, per questo motivo, può piacere o meno. Secondo il nostro parere ha un design ben riuscito di cui apprezziamo soprattutto il lunotto posteriore ondulato e i passaruota muscolosi.

Nell’abitacolo i protagonisti sono i sedili sportivi, molto avvolgenti. Quasi tutte le superfici sono rivestite in pelle nera con cuciture a vista di colore rosso e il pomello del cambio è in alluminio. C’è anche il sistema di infotainment con display a scomparsa – non tra i più immediati nell’utilizzo – che si comanda con una rotellina disposta al centro della console centrale. La console centrale è la parte che più mostra i segni dell’età, mentre tutto il resto lo troviamo ben fatto.

Lo spazio anteriore per i passeggeri è abbondante, mentre dietro è sufficiente per due bambini. Salire e scendere dall’auto non è un’operazione comoda a causa dell’altezza ridotta dell’auto e delle portiere anteriori grandi, difficili da spalancare se c’è un’auto vicina quando si parcheggia. Ma la cosa più scomoda è afferrare le cinture di sicurezza, davvero troppo arretrate. Stranamente per una coupé il bagagliaio non è affatto male, con ben 321 litri di capienza espandibili a 639 abbattendo i sedili posteriori.


Motore e prestazioni della RCZ R

Sotto il cofano della Peugeot RCZ R trova posto un motore 1.6 4 cilindri da 270 CV e 330 Nm, erogati rispettivamente a 6.000 e 1.900 giri al minuto. Dati impressionanti se li pensiamo in rapporto alla cilindra: la potenza specifica, infatti, è di 170 CV per litro, una delle più elevate tra le vetture stradali. Il motore è il millesei che montano anche la RCZ 1.6 THP e la 208 GTi da 200 CV, ma con pistoni specifici in lega d’alluminio firmati Mahle e un turbo Twin Scroll che raggiunge la pressione di 1,5 bar e sbuffa ad ogni rilascio del gas, un piacere per le orecchie.

I 6 rapporti del cambio manuale sono ravvicinati e anche in sesta marcia la ripresa è vigorosa, sia perché non è un rapporto cosiddetto “di riposo” (a 130 km/h segna 3.400 giri) sia per la coppia massima di 330 Nm, che a 1.900 giri c’è già tutta e resta costante fino a 5.500 giri. È il range di utilizzo uno dei punti forti di questo propulsore, che regala un’elasticità di marcia invidiabile anche in città e allunga fin oltre i 6.000 giri fino a quando, a circa 6.800 giri, entra in limitatore.

La velocità massima, che si raggiunge in tempi ragionevolmente brevi in sesta marcia con il contagiri vicino alla zona rossa, è di 250 km/h, mentre l’accelerazione da 0 a 100 km/h viene coperta in 5,9 secondi.


Ritmi impressionanti

Non serve più potenza per assaporare i piaceri della guida e, forse, neppure per andare più veloci, almeno quando il percorso è tortuoso e con pochi rettilinei. La Peugeot RCZ R, su certe strade, è in grado di far mangiare la polvere ad auto più potenti, ne siamo certi. Ma non è solo questione di numeri, le sensazioni che infonde al driver sono degne delle migliori sportive sul mercato, a prescindere dal prezzo.

Bastano un paio di curve per entrare in simbiosi con la RCZ R, che con quello sterzo ti comunica con precisione il livello di aderenza delle ruote anteriori. Un livello altissimo, che ti consente di fiondarti in curva a velocità molto alte e di spalancare il gas già a metà curva, anche prima del punto di corda: è qui che si sente l’intervento del differenziale autobloccante, che lavora per trasferire la coppia motrice alla ruota con più aderenza e tira fuori dalle curve con forza. Il posteriore è piuttosto saldo sull’asfalto, ma non è nemmeno fermo: si muove quel tanto che basta per aiutare l’inserimento in curva, senza fare però brutti scherzi con reazioni improvvise.

Tutto quello che succede alle povere gomme Goodyear Eagle F1 235/40 R 19, che si aggrappano all’asfalto come degli artigli nel ghiaccio, si sente attraverso il volante, da tenere ben saldo quando si affonda il gas fuori dalle curve. L’agilità della RCZ R è incredibile, lo sterzo è quanto di meglio si possa desiderare per quanto è comunicativo, il cambio piace per gli innesti secchi (peccato per qualche piccolo impuntamento nell’uso sportivo), e i freni, con quei dischi anteriori da 380 mm e pinze a 4 pistoncini, sono fenomenali. Il motore, che spinge come una furia, presenta un piccolo fenomeno di turbo-lag, ovvero di ritardo nella risposta quando si da gas, ma si fa perdonare per l’allungo entusiasmante – raro in un motore sovralimentato – e per la dolcezza quando si guida in tutto relax.

Nell’uso tranquillo la RCZ R è un’auto sufficientemente comoda, ha un assetto rigido ma non spacca-schiena, ha un sound piacevolmente cupo ma non troppo invadente e il suo motore è sfruttabile in qualunque occasione. Certo, l’accesso all’abitacolo non è confortevole, in autostrada la rombosità proveniente dallo scarico nei lunghi viaggi può stancare e nelle manovre lo sterzo è pesante e la visibilità non è delle migliori. Piccoli difetti, che la RCZ ripaga abbondantemente non appena si esce dalla città o dall’autostrada. E poi consuma poco: sfruttando la coppia ai bassi regimi, è possibile stare sui 12 km/l. E anche superarli fuori dal traffico. Non male con 270 CV sotto il cofano.


Prezzo e concorrenti

La Peugeot RCZ R costa 41.900 euro e la dotazione di serie completa non richiede aggiunte. L’Audi TT 2.0 TFSI da 230 CV (quindi più tranquilla della RCZ R) parte da 43.490, ma il suo prezzo sale velocemente attingendo alla lunga lista di accessori, mentre la TT 2.0 TFSI quattro da 310 CV raggiunge i 55.450 euro.

Le due coupé “gemelle” a trazione posteriore Toyota GT86 e Subaru BRZ sono in listino a poco più di 30.000 euro. Gli interni sono più essenziali, le finiture lasciano a desiderare e non offrono le stesse prestazioni della RCZ R, perché il motore 2.0 4 cilindri boxer naturalmente aspirato da 200 CV spinge decisamente meno forte di quello della francese. Nemmeno la velocità di percorrenza in curva è la stessa della RCZ R, ma a loro modo sanno offrire un’esperienza di guida altrettanto entusiasmante, soprattutto agli amanti del sovrasterzo. 

C’è anche un terza opzione a trazione posteriore ed è la Nissan 370Z Coupé, sempre che le alte cilindrate – nel mirino del fisco – non siano un problema. Sotto il lungo cofano anteriore trova posto un V6 da 3.7 litri che eroga 328 CV e 363 Nm. Basso il prezzo di listino (parte da 33.710 euro), un po’meno i costi di gestione.