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Honda Civic Type R, la più hot tra le sportive a trazione anteriore

22-Ott-2019  
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Speciale Alfa Romeo Quadrifoglio

In un periodo storico in cui la maggior parte dei costruttori di ogni parte del mondo si danna per creare auto dallo stile convincente anche per gli esigenti clienti europei, la compatta di Honda sembra un Transformer. Ed è un peccato che non  incontri i gusti degli automobilisti del Vecchio Continente, perché la Honda Civic Type R è una delle trazioni anteriori più potenti e sensazionali mai costruite.

COME SI PRESENTA

Sembra un’astronave. O un’automobile uscita da un manga. La Honda Civic Type R la ami o la odi, di certo non lascia indifferenti.

Il design è arzigogolato, ricco di nervature e di orpelli, dalle classiche minigonne alle numerose - forse troppe - prese d’aria, di cui alcune finte. Il grosso alettone, ormai in via d’estinzione, la caratterizza fortemente. Mi chiedo come si sia arrivati a questo stile, quando la Civic di quinta generazione prodotta tra il 1992 e il 1995 era un modello per pulizia delle linee.

A dispetto del look, che comunque sulla versione Type R ci può stare se piace l’auto che fa brutto, questa compatta è incredibilmente spaziosa e offre un bagagliaio da 420 litri. Le dimensioni sono sopra la media del segmento C (4,56 metri di lunghezza e 1,88 di larghezza), e sono superiori di una manciata di centimetri a quelle della Civic normale per le bombature di paraurti e passaruota. Incredibilmente, però, questa è omologata per 4 passeggeri.

E l’abitacolo? Partiamo dai difetti: alcune finiture sono fatte al risparmio e il sistema multimediale ha la stessa reattività di un bradipo e una grafica da Game Boy. Però, al contrario di molte compatte sportive con interni fin troppo tradizionali, ha una caratterizzazione molto racing.

A cominciare dai sedili e dal volante, entrambi in doppia tinta nero e rosso. E poi c’è quella leva del cambio minuscola con pomello in lega: uno spettacolo per gli occhi.

Ma basta dare un’occhiata alla scheda tecnica per farsi venire l’acquolina in bocca. Il motore è l’i-VTEC 2.0 4 cilindri turbo da 320 CV a 6.500 giri e 400 Nm di coppia a 2.500 giri, grazie al quale brucia lo sparo da 0 a 100 in 5,4 secondi e raggiunge la bellezza di 272 km/h di velocità massima: numeri top tra le sportive a trazione anteriore.

L’altra buona notizia è che sull’ultima generazione di Civic Type R il ponte rigido posteriore ha lasciato il posto a un più appropriato Multilink. Ovviamente non può mancare un differenziale autobloccante meccanico (di tipo Torsen, in questo caso) per scaricare a terra i suoi cavalli imbizzarriti.

COME VA

Come sempre, i numeri raccontano solo una parte di un’auto sportiva, e la Civic Type R è molto meglio di quanto una scheda tecnica possa raccontare. È un’auto eccitante, con un cambio eccezionale e un 4 cilindri esaltante e pieno di carattere. Già, sarà pure turbo, ma il 4 cilindri giapponese ha una progressione senza pari in questo segmento.

Prende vita ai 2.500 giri e diventa una bomba oltre i 4.500: da lì in poi l’urlo si fa acuto e la spinta entusiasmante finché non va a sbattere a limitatore senza segni di cedimenti, nemmeno fosse un motore aspirato.

Nella modalità di guida R+ lo sterzo è fin troppo pesante per i miei gusti, ma restituisce molte informazioni ai polpastrelli. Manca una modalità di guida dove impostare a piacere i vari set-up di sterzo, risposta all’acceleratore e sospensioni - in questo la Hyundai i30 N è la regina - e questo è un peccato, perché non consente di customizzare i parametri in base ai gusti del guidatore e alle esigenze della strada. A volte, infatti, un assetto troppo rigido è controproducente, ma se voglio l’i-VTEC sempre reattivo devo tenermi le sospensioni in modalità tavola da surf. 

Il cambio è strepitoso: prima il mio riferimento era quello della spiderina Mazda MX-5, ora anche questo. Spostare quella piccola leva richiede movimenti brevi, e c’è il giusto contrasto meccanico che però non è mai macchinoso. E poi come sulle auto da corsa, ha una prima lunga e le altre marce ravvicinate, così non risulta difficile far lavorare l’i-VTEC sempre al regime giusto.

Arriviamo al dunque: la Civic Type R è la migliore compatta sportiva di questo segmento? Nel misto veloce non ha rivali, in quello stretto soffre un po’ per mancanza di spinta ai bassi regimi e una spiccata propensione al turbolag. Quando il turbo soffia a pieni polmoni, però, non ce n’è più per nessuno. 

Certo, la Hyundai i30 N è più propensa al sovrasterzo in rilascio e ha un motore più pronto ai bassi regimi ma non altrettanto prestante a quelli alti, e anche la Renault Mégane R.S. Trophy, con le sue quattro ruote sterzanti, nel misto stretto sembra essere più a suo agio; ma quando il percorso si fa meno tortuoso la Civic riesce a mantenere un ritmo impressionante e a restituire sensazioni più intense.

La Honda è la più specialistica in termini di freni, di sospensioni, e di motore. Non è la più versatile, perché rimane rigida anche nella modalità comfort, ma è senza dubbio la più veloce, la più adatta alla pista e, nel bene e nel male, anche la più esotica. 

IL PREZZO DELLA HONDA CIVIC TYPE R

La Civic Type R è in listino a 41.500 euro con una dotazione full optional. Si possono aggiungere esclusivamente la vernice metallizzata o perlata (700 euro) e l’estensione di garanzia “Honda XL-Type R” (1.100 euro) di altri 2 anni con chilometraggio illimitato, che si sommano ai 3 anni di garanzia.

POSSIBILI ALTERNATIVE

Due le abbiamo già citate: Hyundai i30 N e Renault Mégane R.S. Trophy A queste si affiancano anche la Peugeot 308 GTi, la Seal Leon Cupra e la Volkswagen Golf GTi TCR. 

A CHI SI RIVOLGE

Agli amanti delle auto giapponesi, ma anche a chi desidera avere per le mani uno strumento incredibilmente efficace ed emozionale. L’estetica o la si ama o la si odia, ma una volta provata risulta difficile non prenderla in seria considerazione se si è interessati a questo genere di auto.

Come tutte le compatte sportive di questo segmento, si adatta anche all’uso familiare. A patto di sopportare l’assetto rigido e una certa rumorosità autostradale. Da questo punto di vista i rapporti ravvicinati e la sesta marcia corta (oltre 3.000 giri a 130 km/h) non aiutano, mentre il bagagliaio generoso, il cruise control adattivo e la ricarica wireless per lo smartphone si apprezzano nella guida di tutti i giorni.

PUNTI DI FORZA

  • Tra le compatte sportive a trazione anteriore è la più specialistica, la più estrema
  • L’allungo del suo 4 cilindri turbo è strepitoso
  • Il cambio è l’esempio di come dev’essere un manuale su una sportiva

PUNTI DI DEBOLEZZA

  • Le tre modalità di guida sono riduttive e lasciano poco alla personalizzazione dei parametri dell’auto
  • Ai bassi regimi soffre di turbolag
  • Il sistema multimediale lascia a desiderare

Autore: Michele Neri