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Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio, la regina delle berline sportive

12-Mag-2019  
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Speciale Alfa Romeo Quadrifoglio

Ci sono auto che lasciano il segno nella storia dell’automobilismo. Al museo Alfa Romeo di Arese ce ne sono molte, e, ne sono certo, in futuro ci sarà un posto speciale anche per la Giulia Quadrifoglio: una berlina a 4 porte con un carico emozionale paragonabile soltanto a quello di una supercar senza compromessi.

COME SI PRESENTA

Giulia è un nome importante per Alfa Romeo: la prima generazione venne presentata nel 1962 e adottava soluzioni raffinate, tanto da risultare la più veloce di tutte le concorrenti del suo segmento. Circa un trentennio più tardi - correva l’anno 1993 - uscì di scena l’Alfa Romeo 75, l’ultima berlina a trazione posteriore del Biscione fino all’arrivo della nuova Giulia, che insieme alla Stelvio e prima ancora alla 4C, ha segnato la rinascita in grande stile di un brand amato in tutto il mondo. 

La nuova Alfa Romeo Giulia è un prodotto sviluppato per fare nere le concorrenti tedesche su un tema tanto caro ad Alfa Romeo e agli alfisti: il piacere di guida. E trova la sua massima espressione nella versione Quadrifoglio, che in questa tinta tristrato Rosso Competizione sprizza italianità e passione da tutti i pori.

Il suo cuore italiano, sviluppato in collaborazione con Ferrari, è un 2.9 V6 bi-turbo da 510 CV e 600 Nm montato in posizione longitudinale, quella ideale per la distribuzione dei pesi. Questo la dice lunga, ma non racconta tutto di quest’auto. Uno dei segreti delle sue qualità stradali è che, al contrario delle altre berline sportive della concorrenza derivate dalle versioni normali, la Giulia è stata sviluppata prima nella versione sportiva Quadrifoglio.

E poi sarà pure originaria di Arese, ma è stata progettata dall’ex ingegnere Ferrari Philippe Krief insieme a una squadra selezionata di molti ex ingegneri Ferrari. Potevano esserci uomini più adatti allo scopo?

E se qualche dettaglio degli interni non sarà all’altezza delle note tedesche, uno su tutti il sistema multimediale, la Giulia Quadrifoglio vince a mani basse quando si tratta di dispensare emozioni. Tra le raffinatezze meccaniche di quest’auto cito le sospensioni anteriori a doppio braccio oscillante con asse di sterzo semi-virtuale, che assicurano un feeling con lo sterzo eccezionale; quelle posteriori, brevettate Alfa Romeo, sono a quattro bracci e mezzo. 

E poi ci sono i freni brake by wire, senza un collegamento tra il pedale del freno e l’impianto idraulico. Tra i suoi vantaggi, l’assenza di vibrazioni quando entra in gioco l’ABS. Ma il pezzo forte sono i freni carboceramici con dischi da 390 millimetri all’anteriore e 360 al posteriore.

COME VA

Avete presente l’oggetto del desiderio? Se il vostro non è la Giulia Quadrifoglio, lo diventerà se mai avrete l’occasione di guidarla. Perché è dannatamente veloce, connessa con la strada e connessa con voi: vi assicuro, non potrà lasciarvi indifferente. 

Non solo è velocissima, ma ha voglia di raccontarvi ogni informazione sull’asfalto, sul livello di aderenza delle incredibili Pirelli P Zero Corsa AR anteriori in inserimento, sulla trazione di quelle posteriori in uscita di curva. Il lavoro sopraffino degli ingegneri non è visibile ai nostri occhi, ma si percepisce attraverso i polpastrelli delle dita appoggiati alla corona in pelle e Alcantara con inserti in fibra di carbonio quando la guidate.

Quando poi premete un paddle per il cambio marcia, vi arriverà la prima scarica di adrenalina. Doppia frizione? No, grazie. Qui c’è uno ZF a 8 marce con convertitore di coppia, dunque dolce nelle modalità di guida Advaced Efficiency e Normal, e quasi violento in quella Race. Piacevolmente violento. E talmente rapido a rispondere ai vostri input con i grandi paddle dietro al volate da non riuscire più a farne a meno.

Parlo da alfista? No, non lo sono mai stato: ho sempre amato i modelli di un marchio, non il marchio stesso a prescindere dal modello, da sempre. E la Giulia mi ha stregato.

Prima di guidarla avevo una perplessità: l’assenza di un differenziale meccanico autobloccante, invece sostituito - forse per ridurre i consumi di carburante e gomme, forse per renderla meno scorbutica - da un differenziale a controllo elettronico. Come non detto, l’Alfa Torque Vectoring svolge un lavoro sopraffino, spostando la coppia motrice dove c’è più trazione, proprio come dev’essere.

Quando affondi sul gas la spinta del V6 bi-turbo ti incolla al sedile, mentre le gomme scaraventano polvere e sassolini dietro di loro, perché la forza che arriva dal cofano anteriore attraverso l’albero di trasmissione in fibra di carbonio è esplosiva. 

I dati parlano di uno 0-100 in 3,9 secondi (senza launch-control, peraltro) e di una punta massima di 307 km/h. Ma non sono le prestazioni a farti desiderare così tanto la Giulia Quadrifoglio, quanto la sensazione di precisione, equilibrio e immediatezza che ti regala ogni volta che la guidi. Lo sterzo, poi, è un vero capolavoro: leggero, diretto, comunicativo come pochi altri al mondo. Come quello della Stelvio, ricorda le creature di Maranello, e ciò non mi stupisce.

Insomma, la Giulia Quadrifoglio va portata in pista. Abbiamo scelto il circuito Tazio Nuvolari di Cervesina, l’ideale per farsi subito un’idea delle sue qualità dinamiche. Il circuito è più severo della strada, e lei ne esce benissimo.

Lei ne divora i rettilinei e ha un handling sopraffino, ma non è una di quelle auto che si prendono troppo sul serio. Se vi alletta l’idea, ad esempio, vi consentirà di esibirvi in spettacolari e fumanti sovrasterzi di potenza con una facilità disarmante. L’aderenza è tanta, ma le reazioni non sono scorbutiche. E i freni non perdono un grammo della loro forza, giro dopo giro.

Le gomme chiedono pietà e la lancetta del carburante ci fa sapere che la Giulia ha sete. È ora di abbandonare il circuito, mettere il manettino in Advaced Efficiency e tornare verso la base. In questa modalità di guida probabilmente mancano all’appello almeno 200 CV di potenza, e va bene così, con la sua erogazione dolce e passaggi di marcia inavvertibili. Perché quando lo volete, la Giulia Quadrifoglio sa essere una vera granturismo di classe.

IL PREZZO DELL’ALFA ROMEO GIULIA QUADRIFOGLIO

La Giulia Quadrifoglio costa 86.500 euro. Tra gli optional presenti sull’auto in prova i dischi carboceramici (8.500 euro), la vernice tristrato Rosso Competizione (2.800 euro), i sedili sportivi Sparco con scocca in fibra di carbonio (4.000 euro), il volante in pelle e Alcantara con inserto in carbonio (500 euro), e l’impianto audio Harman Kardon (1.300 euro).

POSSIBILE ALTERNATIVE

In attesa della nuova BMW M3, l’unica concorrente della Giulia Quadrifoglio è l’Audi RS5 Sportback, che però è meno potente e meno focalizzata sul piacere di guida e sulla dinamica di guida.

A CHI SI RIVOLGE

Ogni appassionato di auto e della guida dovrebbe avere in garage (budget permettendo) un’Alfa Romeo Quadrifoglio. Qui non stiamo parlando di una berlina ad alte prestazioni, ma di una delle auto più belle da guidare in assoluto. Il fatto che possa essere utilizzata tutti i giorni per per i lunghi viaggi in famiglia non fa che aumentarne il fascino.

PUNTI DI FORZA

  • Tra le berline ad alte prestazioni, la Giulia Q è la regina
  • Lo sterzo è un capolavoro, un punto di riferimento per tutte le sportive (e non solo)
  • Il 2.9 V6 bi-turbo non solo spinge forte, ma ha carattere da vendere e un sound coinvolgente
  • Sa essere anche silenziosa e confortevole nelle modalità A ed N

PUNTI DI DEBOLEZZA

  • Il sistema multimediale non è all’altezza delle berline tedesche dello stesso segmento
  • I consumi sono alti, sempre e comunque
Autore: Michele Neri