Mazda CX-60, visto live il primo esemplare ibrida plug-in

29-Mar-2022  
  • Mazda CX-60 anteprima roma
  • Mazda CX-60 foto
  • Mazda CX-60 rivestimenti
  • Mazda CX-60 leva cambio
  • Mazda CX-60 immagine
  • Mazda CX-60 foto posteriore
  • Mazda CX-60 interni plancia foto
  • Mazda CX-60 foto pannello portiera
DS 4

La nuova Sport Utility ibrida giapponese è già ordinabile e arriverà nelle concessionarie a settembre di quest’anno: si chiama Mazda CX-60, e nasce su una nuova piattaforma denominata Skyactiv Multi-Solution Scalable Architecture.

La CX-60 è la prima auto di Mazda a introdurre la tecnologia ibrida plug-in da 355V, con batteria da 17,6 kwh ricaricabile alla spina, nonché la più potente mai prodotta nella storia della Casa di Hiroshima. Prezzi a partire da 49.950 euro.

INDICE
Dimensioni, prestazioni, e autonomia in elettrico
Alcuni dati tecnici della Mazda CX-60
La tecnologia
Mazda CX-60, opinioni e prezzi di listino

Con la CX-60, Mazda prosegue la sua corsa verso il premium. Con 4,74 metri di lunghezza si posizione nel pieno del segmento D, ponendosi come alternativa a concorrenti come Audi Q5, BMW X3, Mercedes GLC, Volvo XC60, e DS7.

Il powertrain ibrido è formato da un 4 cilindri a benzina da 2,5 litri naturalmente aspirato da 192 Cv di potenza (a 6.000 giri) e 261 Nm di coppia, abbinato a un motore elettrico da 136 Cv e 250 Nm. I valori di potenza e coppia massimi di sistema sono di rispettivamente 367 Cv e 500 Nm.

Le prestazioni sono notevoli: 5,8 secondi per la classica accelerazione “0-100” e 200 km/h di velocità massima. Con il solo motore elettrico si possono raggiungere i 100 km/h.

La batteria garantisce, nel ciclo combinato WLTP, 63 km di autonomia in modalità 100% elettrica, che diventano 68 nel ciclo cittadino. Il consumo medio dichiarato, ovviamente con la batteria carica, è di 1,5 l/100 km.

Grazie alla nuova architettura multi-soluzione Skyactiv (per tradurre dall’inglese), la nuova Mazda vanta il motore in posizione longitudinale. Una soluzione raffinata che incrementa l’agilità della vettura, e dunque il piacere di guida.

Il cambio è automatico a 8 marce con frizione al posto del convertitore, per eliminare il classico trascinamento e migliorare feeling di guida ed efficienza. La trazione è integrale permanente con albero di trasmissione (dunque una vera ed efficace trazione 4x4) con il trasferimento della coppia tra i due assali tramite cardano. Le sospensioni sono a doppio braccio oscillante all’anteriore e multilink al posteriore.

Il peso a vuoto della Mazda CX-60 va dai 1981 ai 1995 kg in base all’allestimento che ne determina la dotazione. La batteria da 17,6 kWh incide senza dubbio nella massa della vettura, ma ne abbassa il baricentro in quanto sono disposte sotto il “pavimento”, tra l’assale anteriore e quello posteriore.

La dotazione tecnologica della Mazda CX-60 è ricca e prevede, tra le altre cose, un sistema di telecamere con visione a 360° di nuova generazione, l’assistente di svolta nel traffico, il sistema di mantenimento della corsia in emergenza, il  rilevamento dei pedoni, e l’avviso della presenza di veicoli in retromarcia.

Vista dal vivo, la Mazda CX-60 fa un bell’effetto: rispetto alla CX-5 ha una silhouette più slanciata, con uno sbalzo anteriore ridotto; la cabina di guida spostata indietro (a sottolineare il fatto che la trazione, di base, è posteriore), e lo sbalzo posteriore è maggiore.

Il suo design è pulito, raffinato, per niente “urlato” o sovraccarico, in puro stile Mazda. L’abitacolo è minimale ma non freddo, e l’allestimento top di gamma Takumi prevede rivestimenti di qualità, tra pelli e tessuti di pregio.

La gamma prevede quattro allestimenti:

  • Prime Line con prezzo di 49.950 euro
  • Exclusive Line con prezzo di 51.950 euro
  • Homura con prezzo di 54.350 euro
  • Takumi con prezzo di 55.850 euro.

La vernice pastello Artic White è gratuita e le vernici metallizzate “standard” costano 1.050 euro, ad eccezione delle tre vernici speciali. Il classico classico Soul Red Crystal (il celebre rosso di Mazda) è un optional da 1.550 euro, mentre il Machine Grey e il nuovo Rhodium White costano 1.300 euro

Autore: Michele Neri