ID.3, la prima 'carbon neutral' del Gruppo Volkswagen

26-Nov-2019  
  • Volkswagen ID.3, la prima 'carbon neutral' del Gruppo tedesco
DS 4

La Volkswagen ID.3 segna l’inizio di una nuova era per il Gruppo Volkswagen: è la prima vettura del Gruppo certificata come carbon neutral, cioè con un impatto globale pari a zero in termini di emissioni di CO2.

NEUTRALITÀ CARBONICA ENTRO IL 2050

Consapevole della propria responsabilità nei confronti dell’ambiente e della società, il Gruppo di Wolfsburg ha attuato una strategia a 360 gradi per la sostenibilità. Il piano di decarbonizzazione si pone l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Una delle vie per centrare la 'mission' è l’elettrificazione della gamma. Ecco da dove nasce la nuova Volkswagen ID.3.

UN MODO OLISTICO DI AFFRONTARE LA MOBILITÀ SOSTENIBILE

Sono 3 i capisaldi per abbattere le emissioni: la riduzione di CO2; l’utilizzo di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili; la compensazione delle emissioni inevitabili attraverso l’adesione a progetti a tutela del clima. È un modo olistico di affrontare il tema della mobilità sostenibile. Per essere efficace, il concetto di neutralità deve interessare l’intero ciclo di vita dell’auto. Sono 4 le fasi da tenere sotto controllo: i passaggi della filiera di fornitura; la produzione del veicolo; il suo utilizzo; il riciclo quando smette di circolare.

LO ‘SVANTAGGIO AMBIENTALE’ DELLE AUTO ELETTRICHE

Veniamo al caso della ID.3. La fabbricazione della sua batteria causa oltre il 40% delle emissioni di CO2 su tutta la fase di produzione. La batteria non viene prodotta interamente da Volkswagen, quindi l'attenzione deve spostarsi sulla filiera dei fornitori e sull'estrazione delle materie prime. Costruire un'auto elettrica genera una quantità di CO2 pari a una volta e mezza quella necessaria per realizzare un'auto a combustione.

BATTERIE PRODOTTE CON ENERGIA RINNOVABILE

Per fronteggiare questo handicap di partenza, è importante, per esempio, che le batterie siano prodotte usando energia rinnovabile. Gli accumulatori della ID.3 sono forniti dalla LG Chem, che costruisce le celle in Polonia, utilizzando solo energia green certificata: così le emissioni di CO2 generate in questa fase si riducono quasi a zero.

L’UTILIZZO DELL’ALLUMINIO RICICLATO

Stesso discorso per la lavorazione dell'acciaio e la produzione dei motori elettrici. Anche queste operazioni provocano molta CO2. Se nel primo caso, entro pochi anni, il progresso permetterà di ridurre le emissioni anche del 70%, nel caso del motore elettrico il marchio tedesco ha optato per l’impiego dell’alluminio riciclato dimezzando il tasso della CO2.

I PROGETTI DI COMPENSAZIONE

Lo stabilimento dove nasce la ID.3 si trova a Zwickau. Qui, dal 2021, verranno prodotte 330.000 auto 100% elettriche annue. Dal 2010 in questo sito le emissioni di CO2 sono state ridotte del 66%. Merito dell’impiego di energia proveniente da fonti rinnovabili. Il resto dell'energia è prodotta in una centrale termica a gas naturale. Ma quando proprio non si riesce a fare a meno di rilasciare emissioni di CO2, cosa succede? Il Gruppo Volkswagen compensa le sue emissioni aderendo a progetti di salvaguardia dell'ambiente. Per esempio la protezione e il rimboschimento delle foreste tropicali oppure il primo progetto attivato nel Borneo.

COMPENSARE LE EMISSIONI PRIMA DI ESSERE CONSEGNATA

La Volkswagen ID.3 sta dunque compensando le proprie emissioni prima ancora di essere consegnata ai clienti. Fondamentale sarà poterla alimentare, una volta in circolazione, con energia proveniente da fonti rinnovabili. I proprietari della ID.3 potranno rivolgersi a Elli, società del Gruppo, per installare una colonnina di ricarica a casa o sul luogo di lavoro. Negli spostamenti, invece, ci sarà la rete di ricarica super veloce Ionity.

RIUTILIZZARE GLI ACCUMULATORI IN APPLICAZIONI FISSE

Per quanto riguarda la fase finale, quella del riciclo, il Gruppo è coinvolto attraverso il progetto di ricerca LithoRec. Ma oltre al riciclo, c’è una ulteriore possibilità: quella di riutilizzare gli accumulatori delle auto in applicazioni fisse. Una via praticabile in quanto non richiedono le stesse prestazioni in termini di stabilità di temperatura e di trasferimento energetico. C’è comunque tempo per pensare al pensionamento delle batterie: quelle della ID.3 sono garantite per 8 anni o 160.000 km.

Autore: Francesco Bagini