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Ford, a Torino l'impegno per la guida sicura

30-Mag-2018  
  • Ford, a Torino l'impegno per la guida sicura
Speciale Alfa Romeo Quadrifoglio

Torino in questo periodo è la capitale dell’auto italiana. Il 6 giugno parte infatti il Salone dell’Auto - Parco Valentino. Settimana scorsa, invece, in città ha debuttato l’edizione 2018 di Driving Skills For Life (DSFL). Si tratta di un percorso altamente educativo che mostra i pericoli maggiori degli automobilisti. Il merito dell’iniziativa è di Ford, impegnata da anni nell’area della Corporate Social Responsability.

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Il 23 e il 24 maggio a Torino presso la struttura del Lingotto Fiere, Ford era presente con il suo progetto gratuito di educazione stradale. DSFL è l’acronimo di Driving Skills For Life. Giunta alla 6^ edizione in Italia, la manifestazione è attiva da 15 anni e si rivolge ai giovani tra i 18 e i 25 anni. I numeri che emergono dalle ricerche condotte da Ford, indicano che il 52% degli incidenti è causato da automobilisti con meno di 45 anni. Il 23%, invece, da under 30. La cause dei sinistri sono principalmente l’alta velocità, la guida distratta e il mancato rispetto delle precedenze. Gli ‘incidenti dei giovani’ avvengono per lo più nel fine settimana e durante la notte. In generale nel nostro Paese si verificano 2.9 incidenti stradali ogni 1.000 persone. Mentre nella fascia 18-29 anni la quota sale a 5.3 incidenti ogni 1.000 individui. Ford ha deciso così di far fronte a questi dati, impegnandosi nella diffusione dell'educazione stradale.

3 TUTE CHE ALTERANO I SENSI

Il progetto DSFL è stato lanciato in Italia nel 2013. Roma, Milano, Monza, Napoli, Palermo, Padova e Pavia sono state le città finora coinvolte. 3.000 ragazzi si sono iscritti sull'apposito sito e hanno partecipato alle attività proposte da Ford, finalizzate a mostrare i rischi di una guida poco responsabile. Grazie alle ultime tecnologie le simulazioni della Casa americana sono state particolarmente realistiche. Il merito è delle speciali Suit: Drink Driving Suit, Drug Driving Suit e Hangover Suit, cioè 3 tute capaci di simulare le alterazioni sensoriali conseguenti all’assunzione di alcool, di sostanze stupefacenti o di serate... di bagordi. Le Suit sono state sviluppate con i ricercatori tedeschi del Meyer-Hentschel Institute.

'DRINK DRIVING'

Per far capire ai ragazzi cosa significa guidare un’auto in stato di ebbrezza è stata usata la Drink Driving Suit. Attraverso l’uso di fasciature semi rigide per le ginocchia e i gomiti sono stati limitati i movimenti e con dei pesi asimmetrici si è compromesso l'equilibrio. Una speciale maschera restringeva il campo visivo e produceva un effetto di immagine sdoppiata. Infine apposite cuffie hanno rallentato i riflessi e dilatato i tempi di reazione agli stimoli acustici. La suit ha reso così complicato persino camminare in linea retta. A mente lucida la simulazione ha fatto capire il rischio della guida in quelle condizioni.

'DRUG DRIVING'

Chi assume sostanze stupefacenti si espone a un rischio 30 volte superiore di essere vittima di un incidente mortale. La Drug Driving Suit ha simulato le condizioni psicofisiche provocate dall’assunzione di vari tipi di droga. L’effetto di chi si è infilato la 2^ suit è stato quello di scarso coordinamento motorio, visione distorta o alterata, tremori agli arti e incremento dei tempi di reazione agli stimoli esterni. Tali effetti sono stati riprodotti con speciali tutori, fasciature asimmetriche, cuffie e occhiali speciali.

'HANGOVER DRIVING'

Il 3° caso ha mostrato il rischio della guida post sbornia. La Hangover Suit pesava 17 kg ed era costituita da gilet, polsiere e cavigliere, che, grazie a dei pesi interni, riproducevano la sensazione di pesantezza corporea. A questo si aggiungevano occhiali e cuffie che simulavano effetti acustici in grado di stimolare l'ipersensibilità tipica dell'emicrania. La suit ha riprodotto al meglio le sensazioni di spossatezza, vertigini, testa pesante e difficoltà di concentrazione.

Autore: Francesco Bagini