Citroën, la Visa 40 anni fa

27-Lug-2018  
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DS 4

Tempo di ricorrenze in Casa Citroën. Dopo i 70 anni della 2CV il marchio francese festeggia il 40° della nascita della Citroën Visa. Presentata nel 1978 in modo faraonico, la Visa riuscì a sbancare in Francia, e nel resto del mondo, solo dopo un restyling avvenuto nell’81. L’ultimo esemplare nel 1988, 30 anni fa.

NATA DA UN DIVORZIO

Il massimo del minimo”, recitava uno degli spot Citroën degli anni ’80. La Visa rappresentava un passo in avanti rispetto alla 2CV ma restava una vettura di piccola cilindrata con un’abitabilità superiore a quella delle rivali. Il progetto Visa nacque attorno alla fine degli anni ’60. Citroën e Fiat avevano appena siglato una cooperazione. I Michelin e gli Agnelli, proprietari rispettivamente dei 2 marchi, vollero dar vita a un grande gruppo automobilistico fatto da Fiat, Lancia, Autobianchi e Citroën. Ci furono diversi ostacoli, però, e l’unione non si concretizzò totalmente. Un progetto riuscì a vedere la luce. Quello di una vettura media, da circa 900 cc, in grado di collocarsi tra la Dyane e la GS da 1220 cc.

UN ‘SATELLITE’ A BORDO

Nel 1975 nacque il Gruppo PSA, formato da Citroën e Peugeot. Il progetto di una vettura media ripartì. La base della nuova auto era quella della Peugeot 104. L’obiettivo era renderla più spaziosa e potente. La Visa offriva infatti oltre 35 CV a 5.250 giri e sfiorava i 130 Km/h con consumi contenuti. Al di là degli aspetti tecnici e delle performance non esasperate, la Visa spiazzò il pubblico francese per il suo design. Dentro l’abitacolo spiccava sulla plancia un ‘satellite’ che riuniva alcuni comandi, come quelli del tergicristallo, dei fari e delle frecce, lasciandoli alla portata delle dita del conducente senza che questi dovesse staccare le mani dal volante. Frontalmente fece scalpore il grande paraurti che integrava la calandra. Al posteriore lo stesso conteneva i gruppi ottici delle luci di retromarcia e i fari antinebbia. Il parabrezza era grande, servito da un unico tergicristallo. Il portellone rendeva comodo l’accesso al vano bagagli che poteva essere esteso ribaltando il sedile posteriore.

FABBRICA-SALONE via GRECIA

Il nome ‘Visa’ fu scelto per simboleggiare l’internazionalità della nuova Citroën. La presentazione avvenne in pompa magna: una nave da crociera partì dalla Francia nel luglio del 1978 alla volta della Grecia con più di 430 giornalisti a bordo. Lì gli esperti del settore poterono scattare foto mozzafiato e assistere agli eventi organizzati da Citroën per un mese. In autunno, il 5 ottobre, fu il momento del lancio ufficiale, in occasione del Salone di Parigi. 3 le versioni: Spécial, Club e Super, versione ‘top di gamma’ equipaggiata con un 4 cilindri  da 1124cc e rifinita nel migliore dei modi. Originali anche i colori della carrozzeria: oltre ai classici grigio metallizzato, beige e azzurro metallizzato, c’era lo sgargiante giallo Mimosa, il rosso Geranium, il marrone Vesuve metallizzato, il blu Myosotis e uno straordinario vert Reinette. Gli interni, a seconda degli allestimenti e della tinta della livrea, erano abbinati in modo elegante e originale.

SUCCESSO RITARDATO

Come detto le tante novità che la Citroën Visa portò in dote non furono assimilate dagli utenti. Ci volle una rivisitazione del suo stile, avvenuta nel 1981, per assecondare i gusti degli automobilisti francesi. Furono ridisegnati i fari posteriori, le modanature e l’insolito paraurti con calandra incorporata. La Visa 2, così fu chiamata, fu invece un successo. La produzione crebbe, le versioni si moltiplicarono e la storia della Visa proseguì fino al 1988.

Autore: Francesco Bagini