Renault Mégane R.S. Trophy, la prova della terza generazione

14-Ott-2019  

La Mégane R.S. Trophy è la versione più estrema della compatta francese: monta il telaio Cup, sospensioni più rigide, ed eroga 20 CV in più rispetto alla R.S. normale raggiungendo quota 300 CV. È disponibile sia con il cambio manuale sia con l’automatico doppia frizione EDC. Sarà la migliore Mégane R.S. di sempre?

COME SI PRESENTA

La terza generazione di Renault Mégane R.S. Trophy è senza dubbio la più tecnologica mai costruita. Fra le tante novità spicca il sistema a quattro ruote sterzanti 4Control: l’asse posteriore ruota controfase - ovvero nella direzione opposta a quella dell’asse anteriore - fino alla velocità di 60 km/h (100 km/h nella modalità di guida Race), e in fase - nella stessa direzione dell’asse anteriore - alle velocità superiori. In questo modo migliorano sia l’agilità alle basse andature sia la stabilità a quelle alte.

Il motore 1.8 turbo 4 cilindri da 300 CV e 420 Nm può essere abbinato al cambio manuale a 6 marce oppure all’automatico doppia frizione a 7 marce EDC (che però comporta una riduzione della coppia massima a 400 Nm). Le prestazioni sono simili tra le due varianti: 260 km/h e 0-100 in 5,7 secondi per la prima, 255 km/h e 5,9 secondi per la seconda. Anche se va considerato che con l’automatico e il dispositivo launch control, il tempo dichiarato nello 0-100 è alla portata di tutti, piloti provetti e meno esperti.

Ovviamente non manca il differenziale autobloccante meccanico Torsen, sulla Trophy con calibrazione più estrema rispetto a quella sulla RS normale; e optional ci sono i dischi anteriori a doppio materiale che riducono le masse non sospese di 1,8 chilogrammi. Anche i Bridgestone Potenza S001 montati su cerchi da 19 pollici fanno il loro in nome delle performance. 

Le sospensioni, inoltre, sono più rigide del 25%, le molle del 35% e la barra antirollio del 10%. Piccole differenze si trovano anche negli interni, con i sedili Recaro contenitivi rivestiti in Alcantara, con seduta più bassa di 2 centimetri.

COME VA

La Renault Mégane R.S. è fin dal suo esordio una delle compatte sportive più amate dagli appassionati. La prima, con quel posteriore bizzarro, non era facile da digerire ma aveva lasciato il segno. La seconda - che ho avuto modo di provare - mi aveva conquistato per la sua purezza: pochi fronzoli, cambio manuale, sterzo perfettamente tarato e assetto rigido. Una sportiva senza compromessi, insomma. Non sarà stata la più veloce nel segmento delle hot hatch, ma senza dubbio era sul podio per capacità di dispensare divertimento.

E la nuova Mégane R.S. Trophy? Veloce è veloce. Anzi, velocissima: alla Nordschleife del Nurburgring la Trophy-R ha fatto segnare il nuovo record fra le auto a trazione anteriore, battendo di 3 secondi e poco più la rivale giapponese Honda Civic Type R da 320 CV. Ok, si tratta della Trophy-R più leggera di 130 kg rispetto alla Trophy in prova, perché prima del suo arrivo la regina delle trazioni anteriori all’Inferno Verde era la giapponese. Ma anche questa Mégane Trophy, ve lo assicuro, spinge forte. Ma saprà essere spassosa come la sua progenitrice?

Su questa francese il sistema a 4 ruote sterzanti 4Control fa la differenza in termini di esperienza di guida. Qui entra in gioco il gusto personale: sono pronto a scommettere che la maggior parte degli automobilisti, anche quelli con il piede pesante, troveranno esilarante il modo in cui la Mégane si mangia le curve. Bastano pochi gradi di sterzo e l’auto si fionda sul punto di corda. Il sottosterzo? Assente. 

Si muove quasi in modo innaturale tanta è la sua agilità, ed è capace di tenere ritmi altissimi, sia nel misto stretto sia in quello veloce, con una stabilità del retrotreno sorprendente. Ecco, il posteriore propenso a scivolare in rilascio a me è sempre piaciuto, invece sulla Mégane è come se fosse sui binari, proprio per la presenza delle 4 ruote sterzanti che aiutano l’inserimento. La guida è facile, sicura, e andar forte non richiede grandi sforzi, né grandi abilità.

Ciononostante la Renault Mégane R.S. Trophy mi ha conquistato. Lo sterzo resta, come nella precedente, un grande sterzo, l’agilità la sua migliore virtù, il doppia frizione EDC è rapido (al contrario di quello montato sulle altre Mégane), il motore è un po’ debole ai bassi regimi ma spinge forte a quelli medi e sfodera un grande allungo. E poi non suona affatto male, soprattutto per gli scoppietti in rilascio. Meglio, ad esempio, della velocissima Civic Type R e della compaesana Peugeot 308 GTi, ma peggio di una Abarth con scarico record Monza, che in quanto a sound non teme rivali tra le 4 cilindri.

Non so ancora se questa Mégane R.S. mi entusiasma più della precedente. Qualche dubbio, seppur lieve, mi è rimasto. Ma sono certo che si tratti del migliore modello mai prodotto. Perché è più veloce, più efficace in curva, infinitamente meglio rifinita, e anche più sfruttabile nella vita di tutti i giorni. Soprattutto con il cambio automatico.

IL PREZZO DELLA RENAULT MEGANE RS TROPHY

La Renault Mégane RS Trophy costa 42.250 euro con il cambio manuale e 44.250 con l’automatico a doppia frizione EDC.
Chi si accontenta di 280 CV di potenza e di una ciclistica meno specifica può prendere in considerazione la Mégane R.S., in listino al prezzo di 36.700 euro.

POSSIBILI ALTERNATIVE

Le rivali della Renault Mégane R.S. Trophy sono la Honda Civic Typer R da 320 CV, la Seat Leon Cupra da 290 CV o da 300 CV nella versione 4Drive, la Peugeot 308 GTi by Peugeot Sport da 262 CV, e la Volkswagen Golf GTi da 245, 290 oppure 300 CV.

A CHI SI RIVOLGE

Le compatte sportive del segmento C offrono un rapporto prezzo/prestazioni unico nel panorama automobilistico, e molte di queste sono sfruttabili nell’uso quotidiano allo stesso modo delle versioni con motore diesel. Ovviamente bisogna mettere in conto una spesa superiore per il carburante e, qui in Italia, per il famigerato superbollo per potenze superiori ai 250 CV.

PUNTI DI FORZA

  • Il sistema 4Control le regala un’agilità e un’efficacia sorprendenti
  • Lo sterzo è pronto e comunicativo
  • Il motore turbo ha un grande allungo
  • È confortevole nell’uso quotidiano

PUNTI DI DEBOLEZZA

  • Ai bassi regimi l’1.8 turbo soffre di turbolag
  • Alcune finiture sono migliorabili
Autore: Michele Neri