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Renault Grand Scénic 1.6 dCi EDC, la prova su strada

17-Feb-2017  
  • Renault Grand Scénic 1.6 dCi EDC
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Speciale Alfa Romeo Quadrifoglio

Imponente e aggressiva come una crossover, versatile come una monovolume (a 5 o 7 posti): la Renault Grand Scénic stravolge il concetto monovolume per famiglia puntando su un aspetto più intrigante che si avvicina al mondo delle SUV. A cominciare dalle “scarpe”: i grandi cerchi da 20 pollici incidono molto sulla sua immagine. 

Nella versione 1.6 dCi EDC, ovvero la bi-turbo diesel da 160 CV con cambio automatico a doppia frizione, la Renault Grand Scénic si rivela anche una compagna di viaggio brillante, oltre che confortevole.
 

COME SI PRESENTA

Le silhouette della Renault Grand Scénic è da monovolume, non c’è dubbio. Le ambizioni però sono da crossover. Cerchi enormi (di serie) e linea di cintura alta non ne fanno la classica funzionale (ma noiosa) monovolume a 7 posti da famiglia. Al contrario, il suo aspetto è quasi aggressivo. Certamente è la prima monovolume che sia riuscita a conquistarmi puramente dal punto di vista estetico.

Ci salgo e resto nuovamente colpito. Non tanto per le finiture, nella media del suo segmento, quanto per la luminosità incredibile offerta dall’enorme lunotto anteriore e dal tetto panoramico. La visibilità è ottima, anche grazie al doppio montante sottile, e la posizione di guida è perfetta. Ancora una volta, non da monovolume in stile pulmino. Si sta seduti a un’altezza quasi da SUV, si domina la strada. Ma l’ergonomia è al 100% da auto.

Salgo dietro, dove con ogni probabilità vengono “parcheggiati” i pargoli della famiglia. I sedili scorrevoli consentono di aumentare lo spazio per le gambe o, all’occorrenza, ampliare il bagagliaio. Nella posizione più arretrata lo spazio per le gambe è moltissimo. In altezza, invece, c’è meno spazio di quanto ci si aspetti: i problemi arrivano per le persone con altezza superiore al metro e ottanta. 

Spazio a parte, l’assenza del tunnel centrale, la presenza dei tavolini ripiegabili sullo schienale dei passeggeri e il tetto in vetro fanno della Renault Grand Scénic uno dei posti più accoglienti per passare il tempo mentre si viaggia. Tra l’altro c’è anche un secondo specchietto retrovisore interno dedicato alla sorveglianza dei bambini.

Geniale il sistema “One Touch”: per abbattere i sedili posteriori è sufficiente premere un pulsante posizionato nel bagagliaio e si reclinano contemporaneamente tutti gli schienali senza il minimo sforzo. Per completare il quadro ci vorrebbe un (non pervenuto) portellone ad apertura elettrica.

 

COME VA

Il piccolo motore da 1.6 litri a gasolio della Renault Grand Scénic 1.6 dCi 160 EDC può contare su ben due turbine. Il risultato è molto interessante, non per le prestazioni pure in sé - per quanto i 10,7 secondi nello 0-100 e i 200 km/h di velocità massima siano dati apprezzabili - quanto per la risposta alle richieste del guidatore, sostanzialmente immediate. Zero turbo-lag, massima elasticità.

La ripresa è buona anche nella modalità di guida Eco (il sistema Multi-Sense consente di scegliere tra cinque modalità di guida) in cui il motore lavora sempre a bassi regimi. Ne guadagna il comfort, oltre che il piacere di guida e i consumi. A proposito di consumi, con la Grand Scénic 1.6 dCi 160 EDC si riescono a percorrere senza fatica tra i 16 e i 18 km/l.

L’unità diesel è silenziosa, ed è un vero peccato che in autostrada il grande comfort offerto dalla monovolume francese sia sensibilmente disturbato dai fruscii aerodinamici provenienti dalla zona degli specchietti retrovisori e dai montanti anteriori.

Oltre alle doti del motore, la Renault Grand Scénic 1.6 dCi 160 EDC riesce a superare le aspettative in termini di guidabilità. Lo sterzo è pronto e allo stesso tempo leggero, e tra le curve sfodera un comportamento con poco rollio. Ma quando la strada si fa brutta e arriva il momento di cullare i passeggeri, la monovolume francese non si tira mai indietro. Il sedile anteriore con funzione massaggio - non disponibile per il sedile del passeggero - completa il quadro di un’auto con la quale macinare chilometri è un piacere.

 

QUANTO COSTA

L’auto in prova è la Renault Grand Scénic 1.6 dCi EDC, ovvero la top di gamma in listino al prezzo di 34.850 euro. I prezzi della Grand Scénic partono da molto meno: 22.000 euro le versioni a benzina, 23.600 quelle a gasolio.

L’equipaggiamento di serie è più che completo e la lista degli accessori sarebbe troppo lunga da elencare, quindi nomino solo quelli più sfiziosi: l’impianto audio Bose, le tendine laterali posteriori anti-sole, i vetri elettrici posteriori con dispositivo “antipizzicamento”, i sedili anteriori con tavolini posteriori “Easy Life”, i sedili in pelle, il sistema di abbattimento dei sedili posteriori "One Touch” e i cerchi in lega da 20 pollici.

I cerchi enormi non devono spaventare né dal punto di vista del comfort (molto elevato) né da quello dei costi: la casa ha dichiarato che il prezzo degli pneumatici è paragonabile a quello di misure inferiori.
 

POSSIBILI ALTERNATIVE

La sua rivale, sulla carta, è la Citroen C4 Grand Picasso. Molto simile per dimensioni, primeggia nelle voci praticità e spazio a bordo. La Renault Grand Scénic, dal canto suo, offre un’esperienza di guida migliore e ha uno stile che si discosta dal concetto classico di monovolume.

Nello stesso segmento - ma con dimensioni più compatte - la Ford C Max 7.
 

A CHI SI RIVOLGE

A chi cerca una monovolume spaziosa e allo stesso tempo sfiziosa, che sappia offrire il piacere di guida di una crossover (e da questo punto di vista si rivela migliore di molte SUV dello stesso segmento) ma con uno sfruttamento dello spazio migliore.

Ci sono monovolume più spaziose della Renault Grand Scénic, ma il prezzo da pagare è una vettura meno intrigante e meno appagnte quando ci si mette alla guida.
 

PUNTI DI FORZA

- Il piacere di guida regalato dall’handling e dal motore brillante
- La completa dotazione di serie per il comfort e per la sicurezza
 

PUNTI DI DEBOLEZZA

- I fruscii aerodinamici in autostrada si sentono
- Lo spazio in altezza per i passeggeri posteriori è inferiore a quanto ci si aspetti

Autore: Michele Neri