Renault Captur E-Tech, l’ibrida plug-in formato B-SUV

09-Mar-2021  
  • Renault Captur E-Tech anteriore
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  • Renault Captur E-Tech fari anteriori
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DS 4

La gamma Renault ha visto una forte spinta verso l’elettrificazione in questo 2021. I modelli sono contraddistinti dalla denominazione E-Tech: Clio, Captur e Mégane; la prima full-hybrid, le seconde plug-in, ovvero ricaricabili alla spina. Tutte con soluzioni uniche, come il cambio automatico Multi-mode privo di frizione.

COME SI PRESENTA

L’aspetto è identico a quello delle versioni a benzina e diesel, eppure, sotto la carrozzeria, la Renault Captur E-Tech unisce la tecnologia di un’auto termica a quella di un’auto elettrica. Il powertrain è così composto: motore a benzina 1.6 4 cilindri da 68 Cv, motore elettrico da 68 Cv e 205 Nm, starter  ad alta tensione per la sincronizzazione dei due motori, accensione, e recupero dell’energia nelle fasi di rallentamento.

Il tutto è abbinato a una trasmissione con innesto a denti e senza frizione brevettata da Renault, derivata nientemeno che dalla Formula1.

Per tutto il resto, la Captur E-Tens non cambia rispetto alle altre versioni. Dal design della carrozzeria agli interni, tutto è uguale, se non per la strumentazione che tiene sotto controllo, tra le altre cose, il consumo di kWh e l’autonomia residua della batteria.

La batteria agli ioni di litio da 9,8 kWh si ricarica in un tempo di circa 5 ore collegandola a una presa domestica da 3 kW, e in 3 ore a una colonnina, tenendo conto che la potenza massima supportata è limitata a 3,7 kW.

COME VA

I 9,8 kWh della batteria ricaricabile alla spina garantiscono un’autonomia di 50 km nel ciclo WLTP viaggiando in modalità EV, ovvero senza disturbare il 4 cilindri alimentato a verde. E anche quando la batteria è scarica la vettura parte sempre in elettrico - proprio perché la trasmissione è priva di frizione - con il motore a benzina che lavora per alimentare la batteria.

Le sensazioni, dunque, sono da auto elettrica: tanta coppia fin dalla partenza e, finché non entra in gioco il motore a benzina, spinta senza soluzione di continuità e assenza di rumore meccanico.

Quando invece si richiamano all’ordine i 160 Cv complessivi del powertrain, il piccolo starter deve sincronizzare i due motori, quello elettrico e quello a benzina, e talvolta questo passaggio risulta lento.

La potenza non manca, ma la trasmissione non è rapidissima e la sua risposta non sempre omogenea. D’altra parte la Captur E-Tech non è stata progettata per essere una SUV sportiva, seppure lo sterzo sia preciso e l’assetto di questa versione abbia beneficiato delle sospensioni multilink al posteriore.

La Captur vuole essere una SUV efficiente, e finché la batteria è carica i consumi sono irrisori: anche viaggiando in autostrada e chiedendo tanto al motore, è facile superare i 50 km/l. Quando i kWh finiscono i consumi salgono, ovviamente. Ma non in modo esasperante come ci hanno abituato le prime ibride plug-in.

IL PREZZO DELLA RENAULT CAPTUR E-TECH

Si parte da poco meno di 33 mila euro e si sfiorano i 37 mila per la top di gamma Initiale Paris. Ci sono poi gli incentivi statali grazie alle basse emissioni di CO2 di appena 32 g/km a cui si aggiungono le promozioni della Casa.

A CHI SI RIVOLGE

La Captur è una perfetta SUV cittadina per le sue dimensioni compatte, e come tutte le ibride plug-in, dà il meglio in città o in extraurbano, specie se non si superano i 50 km al giorno. In tal modo, sarebbe come spostarsi con un’auto elettrica, a vantaggio dei costi di percorrenza e dell’ambiente. In autostrada, invece, la batteria si scarica piuttosto in fretta, e a velocità costante i consumi sono quelli di un’auto a benzina.

PUNTI DI FORZA

  • La Caputr E-Tech è una delle poche ibride plug-in del segmento
  • Lo scatto e brillante, così come la ripresa, specie alle basse velocità
  • Blocchi del traffico, zone ZTL, parcheggi blu: con un’ibrida plug-in ci sono meno problemi

PUNTI DI DEBOLEZZA

  • Il cambio non sempre offre una risposta omogenea quando si accelera e, di conseguenza, una ripresa immediata
  • Il prezzo, seppur concorrenziale, resta impegnativo
Autore: Michele Neri