I buoni carburante come fringe benefit

29-Apr-2021  
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I lavoratori che quotidianamente percorrono svariati chilometri in auto per raggiungere il posto di lavoro conoscono molto bene il prezzo degli spostamenti. La spesa per la benzina e il gasolio ha un peso non indifferente sul bilancio personale e familiare e proprio per questo molte aziende decidono di aiutare i propri dipendenti tramite buoni carburante, considerati tra i benefit più diffusi e certamente più apprezzati da chi li riceve.

Cosa sono i buoni carburante

Anche conosciuti come buoni benzina, i buoni carburante sono benefit aziendali che vengono erogati all’interno di una strategia di welfare più complessa o anche solo come premio produttività al dipendente che li necessita. Permettono infatti di alleggerire le spese mensili per il rifornimento di benzina e gasolio tramite l’utilizzo di buoni non nominativi spendibili presso i distributori convenzionati. I buoni possono essere cartacei, elettronici, ricaricabili o elettronici usa e getta e vengono acquistati dall’azienda presso le società che erogano questa tipologia di servizi, per poi distribuirli ai propri collaboratori. Si tratta quindi di un aiuto non indifferente, in grado di far risparmiare sul carburante utilizzato proprio per raggiungere il posto di lavoro. È bene ricordare che i riceventi possono utilizzare i loro buoni benzina per sé o per un familiare servendosi presso stazioni di servizio che fanno parte del circuito convenzionato.

Il funzionamento dei buoni benzina è molto semplice, sia che vengano erogati sotto forma di codici numerici oppure di carta prepagata l’importo e la data di scadenza sono variabili. Se il buono viene erogato digitalmente sotto forma di codice, solitamente viene inviato tramite mail o sms. Basterà quindi rifornirsi presso la stazione di servizio scelta e passare il codice a barre sul lettore del distributore. Questa tipologia di buoni non può essere scaglionata, perciò l’importo deve essere utilizzato in toto. Se il buono invece è sotto forma di carta prepagata si può utilizzare anche in più tranche.

Welfare e buoni carburante, come funzionano le esenzioni fiscali

Quando si parla di buoni carburante non si può non parlare anche di welfare aziendale, infatti questi rientrano nella categoria dei fringe benefit, ovvero delle agevolazioni fornite dall’azienda ai propri dipendenti che vengono considerate accessorie alla retribuzione e sono di conseguenza esenti da tassazione fino a una soglia prestabilita. Spesso le imprese utilizzano i fringe benefit come regalo aziendale in particolari occasioni oppure come premio produttività, a sostituzione del premio in denaro che invece verrebbe tassato. È bene, però, prestare attenzione al limite massimo che permette di ottenere la totale detassazione. Secondo l’Art. 51 del T.U.I.R., ovvero il Testo Unico delle Imposte sui Redditi, questa tipologia di fringe benefit può usufruire dell’esenzione fino al limite di 258, 23 euro. Tale cifra va intesa come la somma di tutti i compensi non monetari forniti dall’azienda durante il singolo periodo fiscale, pertanto non vale per il singolo benefit. Qualora il tetto massimo prestabilito venisse superato la tassazione si applicherebbe sull’intero ammontare dei fringe benefit e non solo sulla cifra in eccesso.

Come scegliere il buono carburante

La maggior parte delle compagnie petrolifere che distribuiscono in Italia propongono dei buoni che possono essere utilizzati naturalmente solo presso le stazioni di servizio della società che li emette. Vi sono poi alcuni casi, seppur più rari, in cui i buoni sono legati a uno specifico tipo di carburante. Questo tipo di buoni sono spesso scomodi, per questo si tende a preferire i voucher welfare che permettono, a seguito di accordi con le società che gestiscono la distribuzione del carburante, di rifornirsi. I voucher sono offerti solitamente da società che erogano anche altri tipi di buoni acquisto e fungono, di conseguenza, da tramite tra l’azienda e la compagnia petrolifera. Vi sono alcuni fattori da tenere a mente qualora si decidesse di offrire questo fringe benefit ai propri dipendenti. In primo luogo, è necessario valutare la capillarità della rete di distribuzione, altrimenti si rischia di offrire uno strumento poco utile. Ultimo fattore da considerare è la tipologia di buono, che, come abbiamo visto, può essere cartaceo o elettronico, usa e getta o ricaricabile. Anche in questo caso la scelta dipende dall’azienda che decide di fornire il benefit.

Prima di concludere è bene fare un’ulteriore precisazione in merito alla differenza tra buoni carburante e carta carburante, in quanto sono spesso oggetto di fraintendimenti. Il buono benzina è un’agevolazione volta ad aiutare il lavoratore che effettuerà il rifornimento al di fuori dell’orario lavorativo e con possibilità di cederlo a un familiare. La carta carburante, invece, è uno strumento utilizzato solo ed esclusivamente per il rifornimento di veicoli aziendali, quindi non privati.

Autore: Redazione