Le automobili di oggi assomigliano sempre più a “alberi di Natale”: schermi ovunque, avvisi acustici continui, notifiche, navigatore, musica e smartphone. Tutti questi segnali nascono con l’intento di aiutarci, ma spesso si trasformano in un boomerang, aumentando il rischio di distrazione.
Lo ricorda anche l’ISTAT: la distrazione rimane tra le principali cause di incidenti stradali. Una distrazione può durare solo pochi secondi, ma bastano per non vedere un pedone sulle strisce o per non accorgersi di un’auto che frena davanti a noi.
In questo scenario, TomTom ha presentato Tom, un piccolo “driving assistant” che prova a semplificare le cose. Niente schermi né mappe da consultare: solo luci e suoni che segnalano pericoli, traffico o superamento dei limiti. Un dispositivo compatto, poco invasivo, che può ridurre il rischio di essere catturati dalle immagini sul display o dal continuo guardare il telefono.
È una strada interessante, perché pone al centro la riduzione delle distrazioni visive. Tuttavia, anche questa soluzione ha dei limiti:
- non sostituisce un navigatore nei percorsi sconosciuti;
- può essere percepito come “troppo essenziale” da chi cerca indicazioni precise;
- resta pur sempre un dispositivo in più da gestire in auto.
L’AFVS Associazione Familiari e Vittime della Strada crede che ogni innovazione che riduce la complessità e riporta l’utente a concentrare lo sguardo sulla strada sia un passo nella giusta direzione. Ma nessuna tecnologia può sostituire la responsabilità individuale: la sicurezza dipende prima di tutto dalle scelte di chi guida.
Distrarsi significa mettere in pericolo la propria vita e quella degli altri. Spegnere lo smartphone, limitare l’uso di schermi e dispositivi, mantenere l’attenzione sulla strada è il modo più semplice – e più efficace – per evitare tragedie.