Opel, pionieri nel riciclo dei materiali dal 1990

04-Feb-2020  
DS 4

Il tema della sostenibilità è centrale in quest'epoca. Ma Opel già nel 1990 attuava il riciclaggio delle componenti plastiche, unico costruttore automobilistico a farlo.

RICICLAGGIO DEI MATERIALI SINTETICI NELLA PRODUZIONE

Opel è attenta alla salvaguardia dell’ambiente oggi come trent’anni fa. Sin dal 1990 alcune componenti delle vetture di Russelsheim, come i paraspruzzi, gli involucri dei filtri aria e i rivestimenti interni dei bagagliai vengono realizzati utilizzando materiali plastici riciclati.

IL PRIMO COSTRUTTORE, DAL 1990

Il processo virtuoso di recupero di materiali sintetici ricavati da vetture demolite ha necessitato di 6 anni di studio. Gli esperti del settore si accorsero che nel giro di poco tempo ci sarebbero state fino a 200.000 tonnellate di rifiuti da poter riciclare. Prima ancora del 1990, Opel aveva sviluppato e collaudato metodi di riciclaggio. Per esempio, negli anni ’70 erano riutilizzati vecchi materiali sintetici derivati dalle carrozzerie delle vetture da demolire.

L’INTRODUZIONE DELLE SIGLE

Un altro primato di Opel nell’industria automobilistica, inerente sempre al riciclo di materiali sintetici, è quello dell’utilizzo delle sigle internazionali. Tutti i componenti delle vetture tedesche riportavano, per esempio, la sigla ISO ‘PP’ per indicare il materiale chimico PoliPropilene oppure ‘ABS’ per l’AcrilnitrilButadienStirolo e ‘PUR’ per la fibra sintetica PoliURetano. Dopo Opel anche il resto dell'industria automobilistica ha utilizzato questi codici.

DARE NUOVA VITA AGLI INVOLUCRI DELLE BATTERIE

In collaborazione con aziende specializzate in riciclaggio, Opel realizzò anche un sistema con il quale mescolare gli involucri delle batterie in PoliPropilene triturati con il materiale ricavato da paraurti, anche essi demoliti e triturati. Il granulato ottenuto aveva una qualità costante garantita dal produttore e poteva essere trattato come materiale nuovo. Si iniziò così a raccogliere vecchie batterie dalle quali si ricavava il piombo degli elettrodi per la produzione di batterie nuove. Anche perchè un altro vantaggio era che non servivano nuovi attrezzi o macchine per formare e costruire i prodotti di riciclaggio.

Autore: Francesco Bagini