Fiat Panda Hybrid City Cross, più 'green' a metano

25-Set-2020  
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DS 4

Fiat Panda è ancora più ‘green’. Il modello Hybrid City Cross debutta ora nella variante a metano, grazie a Ecomotive Solutions e Autogas Italia.

LA CITY CAR ITALIANA A METANO

La City car monta un motore 3 cilindri di 999 cc da 69 CV, abbinato al cambio a 6 marce. La ‘componente’ ibrida è formata dal motogeneratore elettrico da 3,6 Kw (5 CV) alimentato da una piccola batteria collocata sotto il sedile del conducente. Questa si ricarica durante i rallentamenti. Al di sotto dei 30 km/h è possibile spegnere il motore termico, per muoversi solo in modalità elettrica: è sufficiente spostare la leva del cambio nella posizione ‘N’.

LA PROVA COMPARATIVA

Su un percorso vario e lungo 123 chilometri, con diverse variazioni altimetriche, la Panda Hybrid City Cross a metano è stata messa a confronto con una a benzina. Al termine della comparativa, la City car a gas naturale ha ‘battuto’ la sorella, sia sotto il profilo economico (risparmi superiori al 60%), sia dal punto di vista delle emissioni (ridotte di oltre il 45%). In dettaglio il consumo di benzina è risultato essere di 6,5 lt con una spesa di circa 9 euro, mentre il consumo di metano è stato di 3,3 kg (37 km/kg) con una spesa di 3,25 euro.

DA UN CARBURANTE ALL’ALTRO

Il conducente della Panda ibrida a metano può passare da un carburante all’altro manualmente tramite un selettore posto sul cruscotto oppure in automatico. E’ anche disponibile una versione del commutatore di nuova generazione, che permette inoltre di visualizzare su un display informazioni circa il funzionamento del sistema. La presa di carica per rifornire il metano ai serbatoi è collocata all’interno del vano che ospita già il bocchettone per il rifornimento della benzina.

RUOTA DI SCORTA SOTTO LA SCOCCA

La City car ospita 2 serbatoi da 24 litri ciascuno, collocati sul piano di carico e ricoperti con pianale. La carica dei serbatoi può variare dai 7 ai 7,7 kg di metano. L’autonomia va dai 260 ai 300 km. Il doppio serbatoio costringe a rimuovere la ruota di scorta che i progettisti hanno subito riposizionato sotto la scocca, nella parte posteriore della vettura. In alternativa è possibile tenere a bordo un piccolo kit per le emergenze in caso di forature.

Autore: Francesco Bagini