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La Méhari: la nascita di un’icona delle quattro ruote

17-Ago-2020  
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Speciale Alfa Romeo Quadrifoglio

I numeri da soli non bastano a descrivere la Citroen Mehari, un’auto che è stata utilizzata dall’esercito francese, che è stata amata e sfoggiata nei luoghi più colle di tutto il mondo, ma anche in terreni impervi e utilizzata come veicolo da lavoro. Un’auto che è stata venduta per vent’anni, tra il 1968 ed il 1987, e che ha venduto più di 150.000 unità: un vero e proprio cult.

Nata da un incidente

La società francese SAEB (Société d'études et d'applications des brevets), nel 1947, si occupava di materiali plastici e innovativi, e nella sua flotta vantava diversi furgoncini Citroën con meccanica derivata dalla 2CV. Un giorno uno di questi ebbe un incidente,  - senza alcun danno per il conducente, per fortuna -, ma ancora più sorprendente senza alcun danno meccanico.

Il fondatore dell’azienda, De la Poype, intuì il potenziale del veicolo e decise di non farne riparare la carrozzeria: aveva in mente dei piani più grandi. La sua idea era quella di realizzare un pick-up aperto con una carrozzeria leggera (in materiale plastico) così da poter caricare ogni tipo dei carico e da utilizzare come cabrio, all’occorrenza. Con l’aiuto del designer Jean-Louis Barrault la Mehari prese forma.

La Mehari

Il risultato finale fu un veicolo con carrozzeria in materiale termoformabile, flessibile e che si poteva colorare nella massa (ABS), mentre la meccanica apparteneva alla bicilindrica AZU che fu presentata alla Direzione Generale di Citroën.

Pierre Bercot, Direttore Generale della Marca ed il Responsabile dei veicoli commerciali, e De la Pope (proprietario della SAEB) si incontrarono per parlare del progetto.
Saeb forniva già pannelli portiere e altri materiali alla Casa automobilistica francese, così De la Poype all’incontro disse “voi ci fornirete gli chassis e noi costruiremo ed assembleremo le carrozzerie”, Bercot aprì uno dei suoi proverbiali sorrisi e rispose “assolutamente no: la costruiremo noi e voi vi preoccuperete dello stampaggio delle parti”.

E così fu. Dopo il prototipo dell’iconico color ocra, la SEAB produsse una ventina di esemplari nelle tinte più disparate: giallo, rosso, blu, verde e argento. Gli stessi colori vennero utilizzati per la presentazione ufficiale della vettura nel maggio del ’68 sui campi da golf di Deauville, dove la stampa promossero entusiasmo la nuova piccola Citroën.

La produzione partì con esemplari a due e quattro posti, la prima aveva (in Francia) una fiscalità agevolata, la seconda era dotata di una panchetta pieghevole che poteva allinearsi al piano di carico e diventava un pick-up con una sola manovra e non più di dieci secondi di lavoro.

Autore: Redazione