Kia Stinger 2.2 CRDi GT Line, grande berlina in formato gran turismo

26-Feb-2019  

Con la Kia Stinger, il costruttore coreano si lancia nel mondo delle grandi berline di categoria premium. Non si tratta, però, di una classica 4 porte dal design tradizionale: questa è una gran turismo slanciata e muscolosa, disponibile in due potenti versioni, una con motore 3.3 V6 a benzina e un’altra, più abbordabile, spinta da un 2.2 4 cilindri diesel.

COME SI PRESENTA

Lunga 4,83 metri, la Kia Stinger ha dimensioni sensibilmente superiori a quelle delle rivali teutoniche. In ordine alfabetico: Audi A5 Sportback e BMW Serie 4 Grand Coupé. 

È dinamica, con quel cofano lungo nato per contenere anche il grosso V6 in posizione longitudinale e l’importante sbalzo posteriore; e poi ci sono dei dettagli dallo stile sportivo come le numerose prese d’aria (sul cofano, davanti alle portiere e nel paraurti anteriore) e i quattro terminai di scarico cromati, due per lato. 

Vezzi stilistici, ok, ma giustificati da un duro allenamento al Nurburgring di ben 10 mila chilometri, per affinarne le doti dinamiche sotto la supervisione di Albert Biermann, ex ingegnere del reparto M Sport di BMW che ha già fatto un eccellente lavoro sulla Hyundai i30N.

L’intento del costruttore coreano generalista di sfidare le concorrenti premium si fa concreto dando un’occhiata agli interni, realizzati con stile, una certa cura nelle finiture e nei materiali di pregio, con plastiche soffici, con la pelle utilizzata per rivestire sedili (riscaldati e ventilati), pannelli delle portiere e parte della plancia. Parliamo di un livello di qualità percepita mai visto su una Kia. A essere pignoli, qualche piccolo dettaglio è un po’ sottotono. In compenso, rispetto alle europee dello stesso segmento, la dotazione di serie è opulenta senza dover metter mano al portafogli.

Passando all’abitabilità, sulla Kia Stinger si sta comodi anche seduti sul divano posteriore, purché non si sfrutti anche il terzo posto centrale, sacrificato a causa del tunnel centrale invadente. Il tetto spiovente toglie un po’ di aria sopra la testa, e il climatizzatore bi-zona non consente di regolare la temperatura: le bocchette ci sono, manca il termostato. In compenso, a coccolare i due passeggeri (quello centrale escluso) ci sono i sedili riscaldati. Non eccezionale la capacità del bagagliaio di 406 litri, estendibile fino a 1.114 abbattendo gli schienali.

COME VA

Il suo nome evoca il missile terra-aria americano FIM-92 Stinger. Suona bene, e se vi piace l’idea di avere tra le mani qualcosa che possa in qualche modo ricordare le prestazioni di un missile, basta guardare la versione 3.3 V6 da 366 CV, capace di bruciare lo 0-100 in 5,5 secondi e raggiungere i 270 orari. La “nostra” Stinger diesel da 200 CV, invece, è quello che ci vuole per soddisfare le esigenze del mercato italiano, gravato (tra le altre cose) dal superbollo.

Partiamo dal principio. Sulla Kia Stinger la seduta è bassa, le gambe stanno leggermente distese, e il volante perfettamente verticale, proprio come su una sportiva. L’ergonomia è perfetta, e le regolazioni elettriche di sedile e volante consentono di trovare rapidamente la propria posizione ideale. Il cambio automatico a 8 marce è controllabile con i paddle al volante, però manca una modalità di guida “manuale”, dunque dopo un po’ ritorna automaticamente in Drive.

Il 2.2 CRDi eroga 200 CV e 440 Nm di coppia, utili per spostare con vigore i 1.735 kg a vuoto (dunque oltre 1.800 in ordine di marcia); è pronto fin dai regimi più bassi, e allunga niente male fino ai 4.500. Tradotto in numeri, copre lo 0-100 in 7,6 secondi e raggiunge i 230 orari. Non è dei più silenziosi, soprattutto agli alti regimi, mentre in autostrada, con l’ottava marcia inserita, quasi non si avverte. In autostrada, insomma, è una perfetta stradista.

In ripresa, qualche ritardo alla risposta del gas è imputabile all’automatico con convertitore di coppia, fluido nei passaggi di marcia ma non particolarmente rapido. Nella modalità Eco, la reattività è smorzata in vista del risparmio di carburante, dove comunque la Stinger non eccelle, specie nella versione a trazione integrale. Nel corso della prova, il consumo si è attestato intorno ai 12 km/l nell’uso misto.

Le sospensioni svolgono un grande lavoro per trovare un equilibrio tra precisione di guida e comfort, privilegiando (giustamente, visto il tipo di auto) quest’ultimo. Il meglio lo dà nelle curve veloci ad ampio raggio, dove mette in mostra una stabilità esemplare e infonde una grande sensazione di sicurezza. Nello stretto, invece, la stazza si fa sentire, ma la vettura non risulta mai impacciata e questa versione AWD ha sempre una grande quantità di trazione. Lo sterzo è piacevolmente pronto, però resta sempre in po’ fisico, specie alle basse velocità. 

QUANTO COSTA

Sotto i 50.000 euro. Per essere precisi, 49.000 tondi tondi, con un livello di equipaggiamento full-optional: si possono aggiungere la trazione AWD (2.000 euro), il tetto panoramico apribile elettricamente (1.000 euro), e la vernice metallizzata o perlata (1.000 euro in entrambi i casi). Di serie ci sono anche i fari full LED, lo sterzo regolabile elettricamente, e un potente impianto audio. A parità di dotazione, il prezzo è stracciato rispetto alle potenziali concorrenti citate, ma il valore residuo sul mercato dell’usato potrebbe non essere lo stesso.

A CHI SI RIVOLGE

A chi non si lascia abbagliare dal blasone e non ama seguire le masse. Inoltre, guardando il portafogli, il rapporto contenuti/prezzo è favorevole, tenuto conto anche della garanzia di 7 anni fino a 150 mila chilometri. La carrozzeria filante non ne fa la berlina più comoda se ci si sposta in cinque, mentre in quattro non ci sono problemi.

POSSIBILI ALTERNATIVE

Le classiche berline a 4 porte premium, o quelle dallo stile sportivo come l’Audi A5 Sportback o la BMW Serie 4 Grand Coupé. In quanto alle dimensioni, la Kia Stinger sta nel mezzo.

PUNTI DI FORZA

  • Il livello di comfort è alto, anche grazie al ricco equipaggiamento di serie
  • La stazza è importante, ma a livello dinamico soddisfa: è stabile e piuttosto precisa
  • Ha stile e una marcata personalità

PUNTI DI DEBOLEZZA

  • Il motore diesel è un po’ ruvido e alza la voce agli alti regimi
  • Il motore 2.0 CRDi non è dei più sobri
  • La visibilità posteriore è limitata
Autore: Michele Neri