Mini Cabrio, storia di un successo

31-Lug-2014  
  • Mini Cabrio tre quarti anteriore
  • Mini Cabrio profilo
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  • Mini classica Cabrio profilo
  • Mini Cabrio prima generazione
  • Mini Cabrio prima generazione tre quarti posteriore
Citroën C4 X

Era il 2004 quando, al Salone dell’Auto di Ginevra, apparve per la prima volta la versione scoperta della Mini. Un’auto fresca e dalla forte personalità, che permette a quattro passeggeri di viaggiare all’aria aperta con uno stile inconfondibile. Ma la prima Mini Cabrio risale al 1991.


Soluzioni ingegnose

Oltre al design, ripreso dal modello originale degli anni Sessanta, la Mini Cabrio si fa apprezzare per alcune soluzioni intelligenti, come la possibilità di arretrare la capotte (elettrica) di soli 40 cm per rinfrescare l’abitacolo. Anche il portellone posteriore che si apriva dall’alto verso il basso, unito ai sedili posteriori ripiegabili, facevano la differenza in termini di versatilità. Va da sé che la Mini Cabrio divenne un successo globale, una di quelle vetture che manteneva un alto valore residuo nel tempo: nel 2007 si posizionò al primo posto nella classifica “Value Master” di Auto Bild.


La seconda generazione

La seconda generazione di Mini Cabrio è semplicemente un’evoluzione della primo modello. Lo stile, aggiornato, è quello di sempre, mentre sottopelle ci sono numerose novità: una capotte in tela (che si apre e si chiude elettricamente in 15 secondi fino alla velocità di 30 km/h) con maigliore isolamento acustico, un lunotto posteriore in vetro riscaldabile elettricamente, finiture migliori, un comfort di bordo superiore e un bagagliaio più capiente (170 – 660 litri). E’ stato introdotto un roll-bar quasi invisibile in un unico pezzo, che esce nelle situazioni d’emergenza, ed è stata incrementata la rigidità torsionale, per una maggiore sicurezza e un’esperienza di guida migliore.


Le versioni della Mini Cabrio

La Mini Cabrio è disponibile in sette versioni, quattro a benzina e tre a gasolio: Mini On Cabrio da 98 CV e 153 Nm (181 km/h, 0-100 in 11,3 secondi, 5,7 l/100 km); Mini Cooper Cabrio da 122 CV e 160 Nm (198 km/h, 0-100 in 9,8 secondi, 5,7 l/100 km); Mini Cooper S Cabrio da 184 CV e 260 Nm (225 km/h, 0-100 in 7,3 secondi, 6 l/100 km); Mini John Cooper Works Cabrio (235 km/h, 0-100 in 6,9 secondi, 6,8 l/100 km); Mini Cooper D Cabrio (194 km/h, 0-100 in 10,3 secondi, 4 l/100 km); Mini Cooper SD Cabrio (210 km/h, 0-100 in 8,7 secondi, 4,5 l/100 km). Tutte le motorizzazioni sono abbinate ad un cambio manuale, mentre in opzione è disponibile un automatico a 6 rapporti.


La Mini classica Cabrio

La prima Mini classica Cabrio non era un modello di serie, ma un’elaborazione di un concessionario tedesco del Marchio che, nel 1991, trasformò la carrozzeria di una Mini classica hatchback in cabriolet. Dopo l’operazione, riuscita con successo, venne presa la decisione di produrre 75 esemplari di Mini classica Cabrio. Il progetto venne portato avanti da Rover Special Products e da Karmann e, nel 1992, fu presentata al Salone britannico dell’automobile di Birmingham. Tale fu il successo che dal 1992 al 1996 ne vennero prodotti 1.081 esemplari. La Mini classica Cabrio oggi è una rarità molto ambita dai collezionisti.
Le sue caratteristiche? Paraurti specifici, arcate delle ruote allargate, interni con finiture eleganti-sportive (pomello della leva del cambio in noce, volante rivestito in pelle, tappetino di velluto) e il motore della Mini Cooper 4 cilindri da 63 CV. La capotte prevedeva l'apertura manuale o elettrica (optional), mentre due erano le tinte per la carrozzeria: Nightfire Red, con tetto anch’esso rosso, oppure Caribbean Blue con tetto grigio. Nel 1995, la finitura blu della carrozzeria fu sostituita dal colore British Racing Green.