Ogni giorno ci poniamo la stessa domanda: quanto è realmente sicuro il nostro sistema di
mobilità? Per rispondere servono dati, analisi e strumenti in grado di leggere ciò che accade sulle nostre strade.
Da anni l’AFVS – Associazione Familiari Vittime della Strada Ets, attraverso l’ONIS - Osservatorio Nazionale Incidenti Stradali, mappa e studia gli incidenti che coinvolgono tutte le categorie di utenti: mezzi pesanti, automobili, moto, pedoni, biciclette e, più recentemente, monopattini. Il lavoro dell’associazione mette in luce come i sinistri siano spesso influenzati da fattori comportamentali ancora troppo sottovalutati.
Un nuovo strumento per capire: l’Atlante italiano dei morti e feriti gravi in bicicletta
Proprio sul fronte della mobilità più vulnerabile, arriva oggi un contributo scientifico di grande rilievo. Il Politecnico di Milano ha presentato l’Atlante italiano dei morti e feriti gravi in bicicletta, il più completo strumento di analisi finora elaborato nel Paese per comprendere l’incidentalità ciclistica.
L’Atlante è stato sviluppato dal CRAFT – Competence Centre on Anti-Fragile Territories del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, sotto la guida del professor Paolo Bozzuto. Il progetto raccoglie e geolocalizza dieci anni di dati Istat relativi agli incidenti che hanno coinvolto biciclette, offrendo una visione precisa, accessibile e consultabile da chiunque.
Il database è articolato in cinque sezioni – statistiche, lesioni e decessi, dinamiche, condizioni, giorni e orari – e consente ricerche mirate su scala nazionale, regionale o locale, fino al dettaglio del singolo quartiere.
I numeri
Ecco alcuni dati emersi dall’Atlante:
- 10.372 incidenti a Milano tra il 2014 e il 2023, oltre la metà dei quali (52,31%) ha coinvolto automobili.
- Il giorno più critico è il martedì, con un picco alle 9 del mattino (170 episodi).
- La maggior parte degli incidenti avviene con cielo sereno e temperature miti (8.897 casi).
- I sinistri avvengono più spesso su tratti rettilinei (2.661).
- Dopo Milano, le città con il numero più elevato di incidenti ciclistici sono Roma (3.457) e Padova (3.132).
Il filo che lega tutto: dati, sicurezza e scelte politiche
Dalle analisi dell’AFVS fino alle mappe del Politecnico, emerge un punto fermo: monitorare e comprendere gli incidenti è il primo passo per ridurre davvero la loro frequenza e gravità.
Senza dati accurati – e senza strumenti capaci di raccontarli in modo chiaro – ogni intervento sulla sicurezza rischia di essere parziale o inefficace. È su queste basi che si costruiscono politiche pubbliche più consapevoli, infrastrutture più sicure e città in cui la mobilità ciclistica possa crescere senza aumentare il rischio.