Mercedes GLB 200 d, la SUV compatta a 7 posti

15-Ott-2020  

Se c’è una SUV della Stella che mi è sempre piaciuta, questa è la  GLK. La Mercedes GLB ne è l’erede spirituale: più tondeggiante nelle linee, come vogliono le regole del family feeling, ma con forme nette e un posteriore verticale per massimizzare lo spazio interno.

COME SI PRESENTA

Lunga appena 3 centimetri in meno della sorella maggiore GLC (4,63 metri vs 4,66), la Mercedes GLB è una SUV molto spaziosa in rapporto alle dimensioni esterne, tanto da essere predisposta ad accogliere una terza fila di sedili opzionali per un totale di 7 posti. Purché i due sedili supplementari siano occupati da bambini, perché lo spazio non è molto abbondante.

Il fatto che sia un’auto pratica lo dimostra la presenza del divano posteriore che scorre di 14 centimetri e consente di ottenere uno spazio da limousine per i passeggeri posteriori oppure di ampliare quello per i bagagli, la cui capacità è di 565 litri.

Gli interni della Mercedes GLB sono sostanzialmente uguali a quelli della Classe A con la quale condivide telaio e meccanica: ben rifiniti, moderni e tecnologici, con i due schermi affiancati protagonisti della plancia. Peccato che per avere i due schermi della dimensione giusta (quella più grande) bisogni metter mano al portafogli, e lo stesso vale per integrare la dotazione di serie, come sempre un po’ avara sulle tedesche di categoria premium.

Il motore della GLB 200 d è il nuovo 2.0 4 cilindri turbodiesel da 150 CV, in questo caso abbinato alla trazione anteriore. Il cambio, invece, è l’automatico a 8 marce di serie su tutte le versioni. La gamma a gasolio è molto razionale, e prevede il 2.0 diesel declinato in tre livelli di potenza: 116, 150 e 190 CV, di cui il primo solo a trazione anteriore. A benzina c’è anche la GLB 35 AMG da 306 CV.

COME VA

Il telaio della GLB è lo stesso della Classe A, con il motore montato longitudinalmente. E seppure il baricentro sia più alto, le sensazioni di guida non sono poi così lontane: la GLB è agile, ha uno sterzo preciso, ed è anche brillante, come dimostrano i 9 secondi netti per lo 0-100 e i 204 km/h di velocità massima.

Quello che non dicono i dati è che il nuovo due litri a gasolio di Stoccarda è un motore molto tecnologico, tutta un’altra cosa rispetto al precedente 2.1, sia in termini di rumorosità, sia di erogazione: pieno ai bassi regimi, allunga senza soluzione di continuità e, ultimo ma non meno importante, è incredibilmente sobrio. Il consumo è basso in ogni circostanza, con percorrenze tra i 16 e i 18 km/l nell’uso misto e sopra i 20 km/l fuori dal traffico.

La tecnologia di bordo è tanta e aiuta nella guida. Il sistema multimediale MBUX, ad esempio, offre la realtà aumentata durante la navigazione (sfrutta la telecamera anteriore per mostrare in tempo reale la strada da prendere nel momento clou), e consente di gestire telefonate, climatizzazione, impianto audio e altro ancora attraverso comandi vocali colloquiali. Passando agli ADAS, ho trovato invadente il mantenimento della carreggiata, che frena bruscamente quando si sta per superare la linea.

IL PREZZO DELLA GLB 

La GLB 200 d è in listino con prezzi compresi tra 41.000 euro per la Business e 46.000 euro per la Premium vestita AMG, mentre la GLB 180 d parte da poco meno di 38.000 euro. La dotazione di serie, però, va integrata. 

POSSIBILI ALTERNATIVE

Il segmento è quello della C-SUV, quindi le due rivali per antonomasia sono Audi Q3 e BMW serie 1. Tra quelle generaliste ci sono, ad esempio, la Volkswagen Tiguan, la Jeep Compass e la Mazda CX-5.

A CHI SI RIVOLGE

A chi cerca una SUV compatta spaziosa e, eventualmente, capace di trasportare fino a 7 passeggeri, sempre tenendo conto che i sedili della terza fila sono d’emergenza o per bambini. La GLB 200 d a trazione anteriore è una perfetta globtrotter grazie alle buone prestazioni e ai consumi bassi.

PUNTI DI FORZA

  • È molto spaziosa e pratica grazie al divano scorrevole
  • Gli interni sono tecnologici e ben rifiniti
  • È brillante e consuma poco
  • Il suo design è originale

PUNTI DI DEBOLEZZA

  • Il sistema di mantenimento della carreggiata è brusco e invasivo
  • La dotazione di serie richiede integrazioni, anche negli allestimenti intermedi

Autore: Michele Neri