Mazda continua a seguire una strada diversa: mentre molti costruttori abbandonano il diesel, la Casa giapponese lo perfeziona. La CX-60 3.3 6L Diesel da 249 Cv 4x4 è la dimostrazione che una grande SUV può essere potente, raffinata e, nello stesso tempo, virtuosa nei consumi.
INDICE |
Dove si colloca: dimensioni e segmento |
Stile: esterni e interni |
Che motori ha? |
Prestazioni e consumi |
Come va la CX-60 3.3 6L Diesel 249 CV 4x4 |
Quanto costa? |
La CX-60 è una SUV di dimensioni medio-grandi che si colloca nel segmento D. È lunga 4,74 metri, larga 1,89 e alta 1,68. Il bagagliaio da 570 litri non è dei più grandi in rapporto alla lunghezza, mentre l’abitacolo è molto comodo e ben rifinito, specie negli allestimenti Homura e Takumi, il primo con rivestimenti in pelle nera e il secondo in pelle bianca.
Mazda non è un costruttore premium come lo sono Audi, BMW, Mercedes e Volvo, ma ha una cura nello stile e nelle finiture che si avvicina molto ai marchi più blasonati. E tra i marchi giapponesi è forse l’unico a disegnare auto con un gusto europeo. Forse però le più grandi SUV CX-60 e CX-80 strizzano l’occhio soprattutto al mercato USA.
Molto belle sia la plancia, lineare e rivestita in morbida pelle nell'allestimento Homura, sia la strumentazione digitale che ricalca in modo quella analogica delle vecchie Mazda. L'infotainemnt invece ha una grafica un po' deludente e si comanda solo dalla rotella, tranne quando ci connette lo smarpthone con CarPlay o Andoid Auto (wireless).
Sotto il lungo cofano è montato, in posizione longitudinale, il 3.3 litri 6 cilindri in linea turbodiesel e-Skyactiv D da 200 CV e 550 Nm abbinato alla trazione posteriore o da 249 CV e 550 Nm con la trazione 4x4.
Il grosso diesel è supportato da un sistema ibrido di tipo mild-hybrid a 48 Volt che contribuisce con 153 Nm. Il cambio è un automatico a 8 rapporti.
Non manca in gamma una versione irbida plug-in con batteria ricaricabile alla spina, indicata soprattutto per le flotte aziendali (per i vantaggi fiscali) spinta da un 2.5 4 cilindri da 191 CV abbinato a un motore elettrico da 175 CV, per un totale di 327 CV e 500 Nm.
Per passare da 0 a 100 km/h le versioni diesel impiegano rispettivamente 8,4 e 7,4 secondi.
La CX-60 ibrida plug-in, con i suoi 5,8 secondi, è la più veloce della gamma, ma non la più piacevole quando ci si mette al volante. E soprattutto consuma più delle due versioni diesel quando si scarica la batteria. nel ciclo misto WLTP le percorrenze sono di: 20 km/l per la Diesel da 200 CV, 18,5 km/l per la Diesel da 249 CV e 71 km/l per la PHEV (a batteria carica).
Il motore è una sorpresa: ai bassi regimi spinge con vigore, e il sound vellutato e profondo è lontano dai soliti diesel a 4 cilindri. Quando la si accende non spicca per silenziosità, soprattutto a freddo, ma l’abitacolo è ben insonorizzato e la qualità del suono è… da 6 cilindri.
La CX-60 4x4 non è brillante come altri modelli full-hybrid, pronti a scattare non appena di accelera, ma offre una spinta vigorosa (passa da 0 a 100 km/h in 7,4 secondi) e un bel tiro agli alti. Il cambio automatico a 8 marce è morbido ma non fulmineo.
In autostrada è eccezionale: viaggia a bassi regimi e con consumi contenuti, con una percorrenza di circa 17 km/l: un risultato impressionante per una SUV così grossa, potente e 4x4.
Nonostante il motore in posizione longitudinale e il miglioramento del sistema di sospensioni, che rende il posteriore più stabile, la CX-60 resta un’auto poco agile tra le curve, specie rispetto ad alcune concorrenti con il sistema a quattro ruote sterzanti o alle (più costose) concorrenti premium con sospensioni elettroniche.
La CX-60 3.3 6L diesel da 200 CV parte da 54 mila euro nell’allestimento Exclusive Line e raggiunge i 68 mila euro in quello top Takumi.
La versione da 249 CV 4x4 costa 6.500 euro in più, e può essere utile per chi vive in zone fredde o frequenta la montagna in inverno.