Citroën: 100 anni fa nasceva la 5cv Type C, la prima auto dedicata alle donne

23-Mar-2022  

Per gli appassionati di auto d’epoca e per gli amanti del costume pensare alla “Citroën 5CV Type C” significa dare forma e colore alle eleganti figure affusolate della borghesia francese e agli scorci parigini immortalati da Pierre Louys, negl’anni appena successivi alla vittoria nella “Grande Guerra”, nelle celebri reclame per il marchio della Doppia cuspide. In tanti, tra gli ammiratori delle vetture e dello stile dell’epoca, ricorderanno forse anche il divertente appellativo di "Petit Citron" che il pubblico affibbiò, spontaneamente e in ragione anche dell’unico colore inizialmente disponibile, ad uno dei modelli più iconici e popolari del costruttore transalpino.

Oggi “Citroën 5 HP Type C” - questo il nome originale della vettura, poi mutato in 5 CV per seguire la classificazione fiscale francese - compie 100 anni dal lancio sul mercato automobilistico e rappresenta ancora adesso un simbolo di quel processo di democratizzazione dell’automobile e della tecnologia nella cultura di massa che per la prima volta coinvolse e mise al centro l’emancipazione femminile.

INDICE
Design declinato al femminile
L'archetipo dell'utilitaria sportiva
Facile da accendere e da guidare
Le altre versioni
Un successo anche nella comunicazione

A definire il design aereo e compatto di questa storica torpedo, presentata per la prima volta al Salone di Parigi del 1921, furono il mitico progettista Edmond Moyet, che a quel tempo lavorava già nell'ufficio tecnico dello stabilimento di Rue du Theatre, e lo stesso fondatore della casa del Double Chevron, André Citroën. Visionario quanto testardo nel perseguimento dei suoi leggendari ed inesauribili progetti tecnologici, Citroën comprese appieno le difficoltà e l’imbarazzo delle allora poche donne alla guida nel destreggiarsi su auto pesanti, prive di qualsiasi forma di servofreno o servosterzo e con motori che obbligavano sempre il guidatore a regolare manualmente l’anticipo di accensione, la miscela e persino la pressione nel serbatoio del carburante. Una tipologia di mezzi destinati in modo quasi vincolante ad utilizzatori di genere maschile, quando non più esclusivamente ai soli piloti professionisti.

Il “piccolo limone” del brand transalpino aspirava ad essere esattamente il contrario: un veicolo agile, facile da manovrare nei percorsi urbani e dalle più flessibili possibilità di impiego anche per i giovani e le donne, fino ad allora escluse da ogni minima chance di servirsi di un’auto veramente adatta alle loro abitudini quotidiane e alle emergenti esigenze di un’assoluta libertà di movimento.

Realizzata nella sua versione di partenza (tipo C1) esclusivamente in versione “torpedo” a due posti, l’archetipo dei più recenti modelli coupé, la “5CV Type C” puntava soprattutto all’economia e all’immediatezza d’utilizzo. Un obiettivo messo in evidenza già nel nome che sottolineava la (limitata) potenza fiscale del suo leggero motore a quattro cilindrivalvole laterali e cilindrata da 856 cc, in grado di sviluppare una potenza reale di ben 11 cavalli vapore (CV) a 2.100 giri/min e di spingere la prima utilitaria ante litteram di casa Citroën fino ad una velocità massima di oltre 60 km/h.

La guida e la cura di questo innovativo modello non richiedevano manutenzioni troppo costose, né complesse competenze meccaniche, grazie al peso particolarmente contenuto di soli 543 kg, agli pneumatici stretti e al nuovo avviamento elettrico e ai freni a pedale su trasmissione. Comfort quasi impensabili per un modello concepito per un target medio e a cui si aggiungevano le migliorie di un comodo ingresso a bordo e di un azionamento facilitato del volante che la rendevano in breve tempo accessibile anche ai guidatori e alle “driver” meno esperte.

La “5CV Type C” poteva, inoltre, contare su dimensioni ultra compatte per l’epoca, con appena 3,2 metri di lunghezza, una larghezza di 140 cm e un'altezza (senza capote) di 1,55 metri. In più, era dotata di una caratteristica che la rendeva assolutamente unica nel panorama automobilistico degli Anni ’20 e che la proiettava già in una pionieristica dimensione di attenzione alla sicurezza a cui all’epoca solo pochissime automobili (e di livello sicuramente superiore) avevano accesso: la sua unica portiera, infatti, era posizionata sul lato passeggero, per favorire l’entrata e l’uscita lato marciapiede, assicurando la massima sicurezza. La piccola francese dallo spirito sportivo ed eclettico montava, nella sua prima edizione, gomme Michelin 65x80 ed era disponibile nella sola tinta “giallo limone”, con parafanghi in nero, che la rese tanto gettonata e popolare.

Nel 1923, al modello base della “Citroën 5CV Type C” venne affiancato quello Cabriolet, sempre a due posti, ma con colorazioni “havana” e “blue canon”. Mentre la stessa versione torpedo assunse anche una più raffinata tinta “rosso bordeaux”. Nel 1925 arrivarono, infine, anche l’edizione “Trifoglio”, in formato torpedo a tre posti e la “Citroënette 5CV”, la versione giocattolo a pedali della rivoluzionaria “Type C”, destinata ad accontentare anche i bambini.

Prodotta in tre versioni (Tipo C1, C2 e C3) tra il 1922 e il 1926 la “Citroën 5CV Type C” fu venduta nel numero, sbalorditivo all’epoca per un modello dalle linee sportive, di quasi 81mila esemplari. Ma il suo carattere rivoluzionario, anche da un punto di vista sociale, è rimasto impresso nella memoria collettiva anche grazie alla modernità della comunicazione che ne spinse la diffusione in tutto il mercato europeo e che per la prima volta assegnava alle donne, spesso ritratte in gonna o con vistosi cappelli che ne denotavano la personalità, un nuovo ed inedito ruolo da opinion leader.

Autore: Virginio Di Carlo