BYD Seal AWD 530 Cv, il test drive dell’anti-Tesla Model 3

09-Nov-2023  
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DS 4

Dopo avere provato le due crossover Dolphin e Atto 3 mi sono messo al volante della BYD Seal, una berlina sportiva lunga 4,8 metri che, sulla carta, potrebbe essere la concorrente della Tesla Model 3.

La BYD Seal in breve

Si tratta dell’ammiraglia del costruttore cinese BYD, acronimo di Build Your Dreams. Potrebbe non diventare la bestseller della gamma, ma senza dubbio eleva l’immagine del brand. Il segmento è quello della celebre Tesla Model 3, un’istituzione nel mondo delle auto a batteria.

La Seal ne ripropone le proporzioni da berlina/coupé, anche se intravedo dei dettagli della Hyundai Ioniq 6, della Taycan (i gruppi ottici anteriore) della Maserati Granturismo (coda vista di profilo), e della Ford Mondeo (posteriore). 

Intendiamoci, in un momento in cui le auto - nel segmento delle SUV soprattutto - si somigliano sempre di più, questi tratti in comune non sono di per sé negativi. E il risultato, in ogni caso, è piacevole.

L’abitacolo, come quello delle sorelle del marchio, è originale e, in questo caso, ben rifinito. La somiglianza con Tesla c’è nella dimensione maxi dello schermo centrale che nella BYD Seal è di 15,6 pollici. Ma solo sulla cinese può ruotare di 90 gradi, e quindi si può scegliere di tenerlo orizzontale oppure verticale. Non che questo apporti qualcosa in termini di funzionalità, ma senza dubbio accontenta sia chi preferisce una visuale a 16/9 sia in stile tablet.

La Seal è meno minimale dell’americana: è ben rifinita, e i suoi sedili, ventilati e riscaldati, sono rivestiti in raffinata pelle trapuntata. Si vede, insomma, la cura dei dettagli.

Test drive: al volante della BYD Seal

Della Seal è importante sapere, innanzitutto, della sua batteria al litio: si tratta di un’unità a 172 celle LFP di tipo “blade” (ovvero a lamelle lunghe e sottili) incorporata nella scocca. 

La batteria con chimica litio-ferro-fosfato, rispetto a quella (al momento più diffusa) nickel-manganese-cobalto, ha una resa inferiore, ma è anche più stabile, meno infiammabile, meno costosa, e sopporta più cicli di ricarica, dunque è più longeva. 

La gamma prevede due versioni, una a trazione posteriore da 312 Cv e una 4x4 da 530 Cv. Entrambe montano una batteria da 82,5 kWh e l’autonomia, in base al ciclo WLTP, è di rispettivamente 570 e 520 km.

La Seal 4x4 ha un mare di potenza e coppia che incollano al sedile non appena si preme sull’acceleratore, se prima si è avuta l’accortezza di selezionare la modalità di guida “Sport”, perché in quelle “Normal” ed “Eco” la risposta è sempre dolce. I numeri non mentono: 3,8 secondi per l’accelerazione da 0 a 100 km/h è notevole, e anche i 180 km/h di velocità massima, limitata per preservare l’autonomia, non scontenta troppo nemmeno i tedeschi frequentatori delle loro autostrade con tratti senza limiti.

L’auto è stabile, silenziosa, comoda e sicura (non c’è un ADAS che manchi all’appello).

Non ha il piglio sportivo di una Model 3 (punto di riferimento in termini di handling), le sospensioni sono piuttosto morbide, e lo sterzo non è altrettanto preciso, ma la dinamica di guida soddisfa. 

Quello che disturba, semmai, è la persistenza degli avvisi acustici non appena si superano, anche di un solo chilometro orario, i limiti di velocità. E poi l’accesso a molte funzioni richiede un po’ di pratica prima di diventare immediata.

I prezzi di listino

La BYD Seal a trazione posteriore costa 46.890 euro, e per quella 4x4 da 530 Cv, in listino a 49.390 euro, bastano 2.500 euro in più.

Autore: Michele Neri