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Mazda CX-30 Skyactiv-X, il test drive della nuova crossover ibrida

03-Set-2019  
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Speciale Alfa Romeo Quadrifoglio

Tra una Mazda CX-3 e una CX-5, c’è di mezzo una CX-30. Perché non una CX-4?
In effetti sempre di ruote alte si tratta, anche se la nuova CX-30 è una crossover nata sulla piattaforma della nuova Mazda3. Rispetto alla quale è più alta di 10 centimetri (1,54 metri, esattamente come la CX-3), più corta di 6, e con un bagagliaio più generoso, di 430 litri nella versione 2WD e 422 in quella 4WD. 

Ma la Mazda CX-30 non è semplicemente una variante crossover della Mazda3. Le differenze stilistiche sono molte, a cominciare dal terzo montante.

E soprattutto la sua personalità passa anche dai grandi passaruota e dalle vistose fasce in plastica che contornano la carrozzeria. Il lunotto mantiene quell’impostazione inclinata che rifà il verso alle coupé.

INTERNI MINIMAL ED ERGONOMICI

Gli interni sono quasi gli stessi della sorella hatchback, se non per qualche dettaglio di stile e per il rivestimento in pelle blu, esclusivo per la CX-30. Anche qui troviamo un design minimale, materiali di qualità e grande cura nelle finiture e nei dettagli. Ne è un esempio l’estremità della plancia, che non si interrompe alla fine del parabrezza ma prosegue in modo armonico ed elegante sul pannello delle portiere.

I tasti sono pochi e a portata di mano, mentre lo schermo del sistema multimediale da 8,8 pollici rivolto verso il guidatore non è touch, e si gestisce attraverso la manopola e i tasti sul tunnel centrale. All’inizio richiede un po’ di pratica, poi si rivela comodo e sicuro da usare anche mentre si guida. Danno quel tocco rétro le bocchette d’aerazione lato passeggero, inserite nella sottile griglia orizzontale.

Quello che si nota salendo a bordo della CX-30 è la tipica impostazione di guida Mazda, vicina alla perfezione. L’acceleratore incernierato al pavimento è un dettaglio apprezzabile, e poi c’è quella piccola leva del cambio che mi ricorda in ogni istante il comando da antologia della sorellina spider MX-5. Tutto è al posto giusto.

DIESEL E MILD-HYBRID CON UN BENZINA INNOVATIVO

La meccanica è la stessa della Mazda3, e in tema motorizzazioni non manca nulla per soddisfare le più svariate esigenze: dal diesel Skyactiv-D 1.8 da 116 CV per i globtrotter al più cittadino Skyactiv-G 2.0 mild-hybrid (con modulo da 24 Volt) da 122 CV, passando per il più prestazionale Skyactiv-X (sempre mild-hybrid) da 180 CV che si distingue da tutti i motori della concorrenza per la presenza di alcune tecnologie tipiche dei motori diesel volte al contenimento dei consumi e delle emissioni.

In entrambe le versioni mild-hybrid il motore elettrico da 8 CV di potenza non consente di muovere l'auto in modo autonomo, ma fornisce un piccolo boost per alleggerire il compito del motore a benzina.

MAZDA CX-30 1.8 SKYACTIV-D: NON SCATTA, MA SODDISFA

Farà pure parte della famiglia di crossover, eppure la  CX-30 non si allontana più di tanto dal comportamento di una classica berlina. In primis per il peso, contenuto in 1.274 kg per la versione ibrida da 122 CV, 1.299 kg per quella diesel e 1.320 kg per quella ibrida da 180 CV. E poi per l’altezza da terra non eccessiva. Appunto, da crossover. Certo, le sospensioni sono rialzate e l’impostazione è votata al comfort, ma lo sterzo preciso e il cambio manuale tra i migliori del mercato creano un buon feeling uomo-macchina.

Passando al motore diesel, l’1.8 da 116 CV non è certo un mostro di potenza, ma è quello giusto per fare i numeri: in questo segmento le alte cilindrate e soprattutto le potenze elevate occupano ormai una nicchia di mercato. Il dato di consumo dichiarato nel ciclo WLTP fa ben sperare, con una percorrenza media di 19,6 km/l. E l’abbondanza di coppia assicura la spinta necessaria per muoversi senza sforzo. Peccato solo per il turbo-lag.

CX-30 SKYACTIV-G, L’IBRIDA DA 122 CV

Spostamenti brevi e percorrenza annuale inferiore ai 20 mila chilometri all’anno? Il diesel non lo consiglio, specie se si abita in una di quelle città dove si possono sfruttare i vantaggi riservati alle auto ibride. Anche perché le due alternative Skyactiv-G e Skyactiv-X sono succulente. 

La più economica è rappresentata dalla CX-30 Skyactiv-G. Non fatevi impensierire dalla cilindrata da 2.0 litri: la potenza (e la tassa di possesso si calcola in base alla potenza, non alla cilindrata) si ferma a 122 CV, e in termini di prezzo si risparmiano 2.200 euro rispetto alla CX-30 diesel a parità di allestimento. 

E, a ben guardare, anche a parità di prestazioni, seppure la Skyactiv-D sia più ricca di coppia, quindi più vigorosa ai bassi regimi. Di questa versione ho apprezzato soprattutto la fluidità di marcia ai bassi regimi e la silenziosità, un po’ meno la ripresa. 

CX-30 SKYACTIV-X, L’IBIRDA DA 180 CV

Passando alla ibrida top di gamma, la CX-30 Skyactiv-X promette molto, specie in termini di efficienza. Il motore è sempre un 2.0 litri 4 cilindri abbinato a una piccola unità elettrica da 24 volt e 8 CV, ma in questo caso eroga una potenza di 180 CV. E grazie alla particolare tecnologia vanta consumi addirittura migliori del fratellino da 122 CV: 22,2 km/l vs 19,2 in base al vecchio ciclo NEDC e 16,9 vs 16,1 in base al più nuovo e realistico WLTP.

Il carattere di questo motore è quello di un benzina aspirato, dunque regolare in tutto l’arco dei giri.

C’è anche un piccolo compressore volumetrico che serve a fornirgli la quantità giusta di aria, dato che nella maggior parte del tempo funziona con una miscela molto magra, ma la sua presenza non si percepisce in alcun modo.

Il motore non ha un’animo sportivo, però è reattivo al pedale del gas, fluido ai bassi regimi e discretamente rapido nel salire di giri. Tradotto in numeri, accelera da 0 a 100 in 8,5 secondi e raggiunge i 204 km/h.

Per finire: manuale o automatica? In mezzo al traffico la seconda opzione allevia lo stress, non c’è alcun dubbio. Ma prima di scegliere tenete conto che la leva del manuale si sposta con un dito, la frizione è leggera, il convertitore di coppia dell’automatico by Mazda non è dei più rapidi in commercio, e, last but not least, è un optional da 2.000 euro.

IL PREZZO DELLA MAZDA CX-30

Il listino della nuova crossover giapponese parte da 23.200 euro per la ibrida da 122 CV, 25.400 euro per la diesel e 27.800 per la ibrida da 180 CV. Sono disponibili 4 allestimenti (Evolve, Executive, Exceed ed Exclusive) con una buona dotazione di serie anche per quello base Evolve, che offre di serie il climatizzatore automatico bi-zona, il sistema multimediale con navigatore e supporto Android Auto e Apple CarPlay, l’impianto audio, i sensori di parcheggio posteriori e i cerchi in lega da 16 pollici.

Salendo con gli allestimenti e, di pari passo, con i prezzi, sono disponibili i cerchi da 18 pollici, i fari a matrice di LED con 20 diodi indipendenti, la telecamera a 360°, un sistema di avviso anti-colpo di sonno (una telecamera a infrarossi monitora il viso del guidatore), l’allarme di veicolo in arrivo di fronte agli incroci e la frenata automatica posteriore.

Tutte le motorizzazioni sono disponibili con il cambio automatico (2.000 euro) e con la trazione 4WD (2.200 euro).

Autore: Michele Neri