Auto d’epoca dopo quanti anni?

02-Gen-2019  
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Le auto d’epoca hanno sempre un grande fascino soprattutto per chi, quando era giovane, le adorava e le desiderava tanto. Oggi alcune di esse hanno raggiunto quotazioni importanti, diventando veri e propri oggetti da collezionismo, altre hanno un valore storico ed economico basso che potrebbe salire, in un futuro più o meno lontano, ma possono comunque avere un grande valore affettivo. Vediamo dopo quanti anni un’auto diventa d’epoca e cosa comporta in termini di tassa di possesso, assicurazione, revisione e circolazione su strada.

 

INDICE
AUTO D’EPOCA DOPO 30 ANNI
LA LISTA “ACI STORICO” DELLE 340 AUTO D’INTEREsSE STORICO
AUTO D’EPOCA RADIATE E SENZA DOCUMENTI: COME REIMMATRICOLARLE
LA TASSA DI POSSESSO PER LE AUTO D’INTERESSE STORICO
ASSICURAZIONE PER AUTO STORICHE
REVISIONE E CIRCOLAZIONE SU STRADA

Può essere considerata auto d’epoca una vettura che sia stata costruita almeno 30 anni prima dell’iscrizione ad uno dei Registri dell’ASI (prima della Legge di Stabilità del Governo Renzi bastavano 20 anni); conta quindi il numero di anni da quando è stata costruita e non la prima immatricolazione. 

Possono essere iscritte ai Registri anche le auto d’epoca radiate dal PRA, ovvero le vetture che non hanno più documenti validi necessari per la circolazione su strada, che in tal modo vengono ritargate e dotate di un nuovo libretto di circolazione. Il proprietario dell’auto d’epoca radiata dal PRA, al fine dell’iscrizione ad uno dei Registri, dovrà fare una dichiarazione sostitutiva di atto notorio relativo allo stato di conservazione del mezzo.

E’ importante che l’auto d’epoca, per essere considerata tale, sia fedele all’originale e sia in condizioni decorose. Inoltre, dopo l’introduzione della modifica, non tutte le auto che hanno compiuto 30 anni potranno definirsi storiche: a tal proposito c’è una lista con 340 modelli che rientrano nella categoria e possono quindi beneficiare delle agevolazioni.

ACI ha stilato la lista di 340 modelli d’interesse storico con almeno 20 anni di anzianità; a questi vanno poi aggiunti tutti i modelli con oltre 40 anni di anzianità. I proprietari di questi modelli potranno dunque godere dei benefici riservati alle auto storiche, dal bollo all’assicurazione.

Avete trovato un veicolo di interesse storico e collezionistico radiate dal PRA? Nessun problema: è possibile reiscrivere al PRA le auto d’epoca radiate d’ufficio (Legge 53 del 27/02/1983) o radiate per non aver pagato il bollo per 3 anni consecutivi, conservando la targa e i documenti. Per poter procedere con l’operazione, il veicolo deve essere iscritto in uno dei registri previsti dall’articolo 60 CdS tra i quali l’ASI. e l’FMI.

SE CI SONO LE TARGHE E I DOCUMENTI

In questo caso è sufficiente rivolgersi al PRA nella provincia di residenza del proprietario del veicolo d’interesse storico e chiedere la reiscrizione, ottenuta la quale si procede con la richiesta di annotazione nei registri della Motorizzazione Civile. Dopo la reiscrizione al PRA, verrà rilasciato il certificato di proprietà.

SE CI SONO LE TARGHE E MANCANO I DOCUMENTI

Le targhe ci sono, ed è un bene, ma manca la carta di circolazione. In questo caso è necessario presentare denuncia di smarrimento alle Forze dell’Ordine oppure una dichiarazione sostitutiva di resa denuncia, poi è possibile passare dalla Motorizzazione Civile per la reimmatricolazione del veicolo con la stessa targa. In seguito, dopo aver ottenuto la nuova carta di circolazione, si può procedere con la reiscrizione al PRA. 

SE MANCANO LE TARGHE E I DOCUMENTI

Se il veicolo storico è sprovvisto di targhe e di libretto, è necessario presentare denuncia di smarrimento o dichiarazione sostitutiva (come sopra), e in seguito rivolgersi alla Motorizzazione Civile per la reimmatricolazione con nuovo numero di targa e nuova carta di circolazione. In seguito si può procedere con la reiscrizione al PRA.

I COSTI DELLA REIMMATRICOLAZIONE

La procedura prevede l’Imposta Provinciale di Trascrizione, che varia in base al tipo di veicolo e alla provincia, gli emolumenti ACI (27 euro) e l’imposta di bollo per la registrazione al PRA (32 euro). Se per l’operazione ci si rivolge a un’agenzia di pratiche auto ci sarò anche il costo (variabile) per il servizio.

Uno degli aspetti più interessanti per le auto d’epoca è la riduzione dei costi della tassa di possesso e dell’assicurazione. Per pagare il bollo in forma ridotta è necessario che un’auto d’epoca abbia compiuto 30 anni e rientri nella lista di auto considerate di interesse storico.

In Italia, però, ci sono delle differenze sul tema bollo auto storiche. In Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta e Veneto, l’esenzione si ha solamente dopo che il veicolo ha compiuto 30 anni (fa fede l’immatricolazione). 

In Lombardia l’esenzione arriva già dopo i 20 anni, a patto che il veicolo sia stato iscritto ai registri storici previsti (tra questi ASI, FMI). In Piemonte e Toscana è prevista una riduzione del bollo del 10% per i veicoli di almeno 20 anni a prescindere dall’iscrizione ai vari registri, e lo stesso vale in Umbria e Lazio, dove però viene richiesta l’iscrizione a uno di questi registri (controllare quali danno validità alla riduzione prima di procedere con l’iscrizione). 

In Emilia Romagna e nella Provincia Autonoma di Trento, il bollo per i veicoli storici è una tassa di circolazione (nulla è dovuto se si tiene in garage il veicolo oppure se lo si usa su strade private) e ammonta a 25,28 euro per le auto e 10,33 euro per le moto; nella provincia autonoma di Bolzano, invece, la riduzione del bollo è del 50%.

Quando si parla di assicurazioni non c’è una regola fissa su prezzi e condizioni, e questo vale anche nel caso si desideri assicurare auto storiche. Alcune compagnie propongono comunque delle tariffe dedicate decisamente più basse rispetto a quelle convenzionali, talvolta senza classe di merito e con franchigia, e delle formule per i possessori di una collezione di auto d’epoca che permette di ottenere dei forti risparmi. La soluzione migliore è fare dei preventivi comparativi tra diverse compagnie.

Le auto storiche sono sottoposte a revisione periodica biennale, proprio come tutte le vetture dopo il compimento del quarto anno di età. La circolazione su strada con le auto d’epoca prevede alcune differenze rispetto alla circolazione con auto comuni: non si ha l’obbligo di indossare le cinture di sicurezza se l’auto non è predisposta in origine dei punti di attacco e non è obbligatorio circolare con le luci di posizione accese, al di fuori dei centri abitati, purché il veicolo sia iscritto ASI.

Essendo le auto d’epoca conformi alla normativa Euro 0 sono previste le limitazioni al traffico relative a tale categoria, ma alcuni comuni hanno adottato una deroga proprio per le auto d’epoca che, in tal modo, possono circolare liberamente.

Autore: Michele Neri


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